Un invaso anti-allagamenti a Veggiano

Sessanta ettari verso Mestrino da inondare in caso di necessità: è partito l’iter burocratico, ma servono 12 milioni di euro
Di Gianni Biasetto

VEGGIANO. È iniziato l'iter burocratico per la realizzazione della nuova cassa di espansione da 1,5 milioni di metri cubi d'acqua, tra il Tesinella e il Ceresone Grande, nei territori dei comuni di Mestrino e Veggiano. Un bacino di trattenimento delle acque che andrà a interessare ben 60 ettari campagna, partendo a sud di Arlesega, caldeggiato dal Genio civile un paio d'anni fa, quando ha dato il via libera al potenziamento dell'impianto idrovoro di Brentelle con l'attivazione di 3 nuove elettropompe da 5.000 litri al secondo. Alla fine del 2016 il Consorzio di bonifica Brenta, dopo una riunione con i sindaci di Mestrino, Rubano, Saccolongo, Selvazzano e Veggiano, e l'assessore regionale alla bonifica Giuseppe Pan, ha trasmesso ai Comuni il progetto preliminare per la realizzazione dell'opera, che le giunte dovranno esaminare e approvare entro la fine di gennaio. Si tratta di un progetto che verrà a costare ben 12 milioni di euro e che gli enti, in primis la Regione Veneto, dovranno impegnarsi a finanziare.

Il bacino che sorgerà per 20 ettari nel territorio di Mestrino e per i rimanenti 40 in quello di Veggiano, sarà in grado di trattenere le acque del Ceresone Grande e del Tesinella, prima della loro confluenza nel Tesina Padovana, per una portata di 10 metri cubi al secondo per la durata di 2 giorni. Il tempo medio di un picco di precipitazioni di una certa entità. L'area individuata nel progetto è di proprietà privata ed è particolarmente vocata allo scopo, sia per la sua ubicazione in mezzo ai due corsi d'acqua, sia per la presenza di altri manufatti idraulici e soprattutto per le quote che la rendono quasi un invaso naturale. Quaranta ettari sono infatti già a una quota di meno 2,5 metri rispetto al piano campagna richiesti dal progetto. I restanti 20 ettari dovranno essere scavati per la profondità di 60 centimetri. Con il terreno dell'abbassamento della quota saranno rinforzate le arginature e rese agibili al passaggio dei mezzi per le manutenzioni. È prevista anche la realizzazione di un boschetto per mitigare la zona sotto l'aspetto ambientale. I terreni non verranno espropriati, ma come si è fatto ad esempio per il nuovo bacino di laminazione di Caldogno, nel Vicentino, sarà costituita una “servitù di allagamento” che sarà indennizzata sulla base delle tariffe regionali.

«Nei momenti di piena i benefici dell'opera si avranno su tutto il sistema a valle che risulta affluente del fiume Bacchiglione», dicono i tecnici del Consorzio di bonifica Brenta. «Inoltre anche gli impianti di pompaggio, come ad esempio quello di Brentelle, in territorio di Padova, lavoreranno meglio e tutta l'area dalla città di Padova fino al mare ne avrà un notevole beneficio».

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