Un matematico padovano svela i pericoli della rete

Massimo Marchiori ha “spiato” ai fini della ricerca ragazzi inglesi adolescenti Esito allarmante: «Privacy violata e prevaricazioni sessuali nel 99% delle app»
Il mondo segreto degli adolescenti è nascosto nei loro smartphone e il 99% delle app scaricate vìola la privacy. È il risultato di una ricerca condotta dal professor Massimo Marchiori, matematico dell’Università di Padova, noto per aver ispirato l’algoritmo da cui è nato Google. Il docente ha creato una app (applicazione) “spia” e ha chiesto ai genitori inglesi di scaricarla nei telefoni di 87 ragazzi di età compresa tra i 13 e 17 anni. Gli adolescenti però non erano a conoscenza della vera natura della app: il programma di spionaggio, infatti, ha le sembianze di un’icona per chiamare aiuto in caso di emergenza. Lo studio è durato tre mesi.


«L’idea è nata dal fatto che gli smartphone oggi sono il fulcro dei nostri tempi: una presenza costante ed importantissima nella vita di tutti, compresi i più giovani», spiega il professor Marchiori, «Il mondo dei ragazzi è a rischio per vari motivi: i minori possono imbattersi in abusi da parte di adulti, in bullismo o sexting (sex + texting, prevaricazioni sessuali attraverso il telefonino). L’obiettivo della ricerca è stato quello di mappare con precisione le abitudini digitali dei nostri adolescenti. Finora nessuno ci era riuscito, i questionari non sono efficaci e veritieri perché nelle risposte subentra la vergogna».


È emerso che quasi tutte le app utilizzate dai ragazzini sono “pericolose” perché registrano i loro dati personali e li cedono a terzi, per indagini o servizi a pagamento. Pochi di loro usano il web (visitano appena 17 siti a testa) e quando lo fanno, soprattutto i maschi, frequentano siti porno. Nello scambio di messaggi tra coetanei, una frase su quindici contiene parolacce e volgarità. E, qualche volta, i ragazzini arrivano al bullismo. «La situazione è abbastanza spaventosa», aggiunge. «Il mondo delle app è un magnete per i ragazzi, li attrae come la luce per le falene. Ne installano tantissime, ma il 99% è classificabile come pericoloso per la privacy. Inoltre i ragazzi, in media, usano sei app che potenzialmente mettono a repentaglio la loro incolumità (ad esempio, favoriscono interazioni sessuali con adulti)».


Gli adolescenti attraverso i telefonini tendono a crearsi un “micro-mondo” e faticano a guardare oltre. «I nostri ragazzi visitano meno di venti siti, e di questi il 7% è rischioso», sottolinea Marchiori. «Pescano una piccola parte dell’esperienza web, non cogliendo le infinite possibilità e ricchezze presenti in miliardi di siti esistenti. In conclusione è stato svelato un mondo segreto disseminato di rischi. Dove la privacy dei ragazzi è fortemente in pericolo e la sicurezza viene messa a repentaglio da abusi e bullismo. C’è tanto da fare: i genitori e la scuola devono promuovere un dialogo costruttivo con i minori. Sarebbe utile offrire loro una seria campagna di informazione sul mondo del digitale. Inoltre c’è bisogno di cambiare il modello di funzionamento attuale delle app, che è stato costruito per “fare cassa” e rendere facile l’abuso dei nostri dati».


Elisa Fais


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