Un mese fa la morte di Giulia, la mamma: «Solo falsità sulla sua fine»

A un mese esatto dalla tragica morte della 21enne investita e trascinata da un suv per 4 chilometri, la mamma lancia il suo grido disperato: «Chiediamo giustizia e verità»

SANTA GIUSTINA IN COLLE. E' passato esattamente un mese dalla morte di Giulia Spinello, avvenuta tragicamente il 31 maggio scorso. Ma per mamma Marina Martellozzo, per papà Angelo e per la sorella Sara tutto è rimasto come quel giorno.

La casa di via Ceccarello è piena di ricordi, quelli lasciati dai 21 anni di vita della ragazza e quelli donati ai genitori dagli amici. Il suo angolo di musica con il suo pianoforte e le sue chitarre; gli strumenti musicali ora sono chiusi perché non prendano polvere. Affissi al muro ci sono sempre la gigantografia di Nelson Mandela e il quadro donatole da una pittrice di Camposampiero, che ritrae le tende da campeggio allineate così com'erano state predisposte durante un'uscita con il gruppo scout sulle montagne del Friuli lo scorso anno. «Non c'è niente in casa che non ricordi Giulia», dice la madre. Ma il ricordo più significativo è il profilo facebook creato perché la giovane vittima della strada non venga dimenticata: ha già raccolto 4.364 adesioni. “Per non dimenticare Giulia, tragicamente scomparsa dopo essere stata travolta e agganciata da un suv impazzito che l'ha fatta morire dopo un calvario lungo 4 km”. Sara vi ha postato tante belle foto della sorella e un video dove Giulia, con la freschezza della sua età, accompagnandosi con la chitarra canta “And love we need is now, let's hope for some cause oh, we're bleeding out”. E' un brano dei Lumeers e fa parte di un cd che Giulia amava ascoltare mentre guidava.

«L'aveva registrato poco tempo prima di morire», racconta la mamma con tanta tristezza, «lei e la sorella avevano la web cam sul pc e spesso si divertivano a rivedersi e ascoltarsi. Quando ho voglia di vedermi Giulia mi guardo le registrazioni. La vita scorre, purtroppo, e lei non c'è più. La cosa più triste è che avrebbe potuto essere qui se solo la conducente del suv si fosse fermata».

Marina puntualizza che la famiglia non ha sete di vendetta, ma di giustizia. E di verità. «Perché troppe bugie e troppe falsità girano intorno a chi l'ha uccisa», spiega la madre. «Ha dichiarato falsità per rinnovare la patente, falsità per descrivere l'incidente. Mentre noi abbiamo bisogno di verità. Vogliamo venga fatta giustizia a Giulia e si arrivi alla verità, cosa che la signora non ha ancora fatto. Ci affidiamo alla giustizia italiana sperando che faccia il suo corso». Durante la messa in ricordo di tutti i defunti del personale docente e non docente della scuola dove insegna, Marina Martellozzo ha letto una lettera di richiamo alla responsabilità di chi guida, perché ciò che è accaduto a Giulia non accada a nessun altro. E ha invitato a sottoscrivere la proposta di legge che istituisca il reato di omicidio stradale.

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