Un rifugio antiaereo sotto la Prefettura di Padova

Approvato il progetto per aprire ai visitatori i sotterranei di palazzo Santo Stefano: l’inaugurazione prevista nel 2017

PADOVA. Un mondo sotterraneo che si snoda tra cunicoli, gallerie e spazi angusti. Una realtà che seppur buia, umida, arrugginita e impolverata, ti catapulta in quell’indescrivibile fascino che solo i luoghi che sanno di storia e di passato riescono ad evocare.

Molti probabilmente non lo sapranno, ma sotto a Palazzo Santo Stefano, maestosa sede di Provincia e Prefettura, in piazza Antenore, si articola una delle più grandi opere di ingegneria civile del passato.

Una Padova sotterranea con rifugi di guerra dove uomini, donne, bambini trovavano salvezza durante le incursioni aeree della seconda guerra mondiale. Un patrimonio storico per la nostra città che ora, grazie al finanziamento di 300 mila euro stanziato dalla Provincia, potrà diventare un percorso museale pubblico fruibile da tutti i cittadini.

Si chiamerà “Museo della memoria-MdM. I rifugi antigas e antiaereo della Seconda Guerra Mondiale”. Il progetto, già approvato in via preliminare, e che a breve verrà approvato anche in via definitiva, comprende una serie di lavori che permetteranno per settembre 2017 di godere della visita di questi camminamenti sotterranei.In particolare a diversi metri di profondità, protetti da porte blindate e muri di cemento armato, si trovano il rifugio antigas e il rifugio antiaereo.

Nelle viscere del bunker: guarda le foto qui sotto

Dall’entrata principale di palazzo Santo Stefano basta tenere la destra, infilarsi in un cortile interno e farsi largo tra una serie di porte che si trovano proprio al piano terra. Poi si comincia a scendere. Diventa sempre più buio finché ad un certo punto non ci si trova di fronte alla prima porta a tenuta stagna. Sopra una targhetta “Impianto antigas universale per 70 persone”.

Si tratta del rifugio antiaereo, ricavato nel 1934 nei sotterranei del palazzo provinciale. Un bunker protetto da muri di calcestruzzo armato dallo spessore di oltre un metro e da un solaio di un metro e settantacinque.

Dal primo locale, sempre tramite porta blindata, si accede a un secondo dove sono ancora ben visibili i sistemi di ventilazione: la batteria di filtri, le relative tubature e l’impianto di pompaggio dell’aria realizzato con un meccanismo azionato da una bicicletta. Collegato al rifugio antigas c’è poi un rifugio tubolare costruito successivamente, nel 1942, sotto piazza Antenore. Vicino alla tomba ci sarebbe un punto sul terreno cementato che un tempo era un accesso al bunker.

L’obbiettivo della Provincia è quello di riaprire questi accessi che sono tre e di ripristinare i percorsi sotterranei. Il terzo ingresso, dopo quello di piazza Antenore e del palazzo della Provincia si trova all’interno della galleria del liceo Tito Livio.

I lavori prevedono di rifare l’entrata della scuola, creando di fianco quella che sarà una via d’accesso al museo. I visitatori in questo modo, accompagnati da guide, ripercorreranno la storia della Padova sotterranea, arricchendosi anche grazie a percorsi multimediali e racconti di memorie e testimonianze storiche. Un progetto ambizioso che verrà collegato anche alla visita dell’area verde del giardino del “Palazzo del Prefetto” e delle sale più prestigiose del palazzo della Provincia.

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