«Una condizione debilitante ma non è ancora classificata»

PADOVA. «Più che una malattia è una condizione. Purtroppo non è classificata come tale e quindi bisogna utilizzare codici diversi per attivare cure e terapie, e non ci sono statistiche realistiche su quanti pazienti soffrano di Mcs».

Mauro Cancian, dirigente medico e responsabile Uos Maia (malattie allergiche, immunologiche, ambientali) dell'Azienda ospedaliera di Padova, sa bene di cosa si parla appena si cita la sensibilità multipla chimica.

Oggi è lui uno dei massimi esperti di Mcs nella città del Santo. «Già la genericità del termine che si utilizza per definirla dimostra quanto possa variare da soggetto a soggetto», spiega Cancian. «Chi ne è affetto è particolarmente sensibile a qualcosa che invece la maggior parte di noi tollera, ma poi c'è chi riesce a combatterla indossando una semplice mascherina e chi purtroppo è costretto a chiudersi in casa». Resta però causa di infermità, nonostante dal punto di vista scientifico si faccia ancora fatica a definirla malattia: «Purtroppo è così e quindi non ci sono neanche criteri diagnostici definiti. Ovviamente non c'è la volontà da parte della comunità scientifica di non riconoscerla, ma essendo molto eterogenea è veramente complicato. Parliamo di soggetti che, soprattutto per via inalatoria, non tollerano le sostanze chimiche, e quindi odori forti, che per la maggior parte di noi provocano solo fastidio, mentre per altri arrivano a causare un malessere serio, in alcuni casi anche alla perdita della memoria. Si caratterizza per una serie di sintomi differenti, che possono colpire ogni organo. Le sue manifestazioni sono estremamente differenti da persona a persona».

I sintomi più frequenti, e altamente lesivi della qualità della vita del paziente fino all’invalidità, sono quelli di tipo allergico, come difficoltà respiratoria, nausea, emicrania, dermatiti da contatto, vertigini, ipersensibilità agli odori e manifestazioni, talvolta anche gravi, a livello neurologico, come sdoppiamento della personalità e amnesia. Purtroppo, non essendo codificata, non è prevista un'assistenza medica domiciliare né esenzioni: «In questi casi nulla vieta di avere comunque un'assistenza», spiega Cancian, «perché abbiamo un sistema regionale che funziona benissimo, e quindi può essere attivata utilizzando codici diversi in base ai sintomi del singolo paziente. Dal punto di vista pratico però, non essendo inserita tra i livelli essenziali di assistenza (Lea), né tra le malattie rare, in casi di emergenza ci può essere qualche difficoltà».

Le cure? «Dipendono dal paziente, ma è ovvio che incidendo molto i fumi, gli odori e l'inquinamento, la prima cosa da fare è quella di mangiare cibo esclusivamente biologico e stare il più possibile in posti ventilati». L'ipotesi di inserimento della Mcs tra le malattie oggetto di particolari tutele resta difficile, per via delle difficoltà d'identificazione dei destinatari dei benefici e il rischio generalizzazione che porterebbe all’aumento della spesa sanitaria. —

LU.PRE.

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