Una cordata di quattro soci rileva e fa ripartire la Diwar

Insieme all’azienda, affidata a un curatore dopo il fallimento, si salvano 31 posti Da lunedì riprende la produzione di sedie nello stabilimento di Campodarsego
Di Cristina Genesin
Foto Ferrari per Belluco, il sindaco di Villanova di Camposampiero, Silvia Fattore.
Foto Ferrari per Belluco, il sindaco di Villanova di Camposampiero, Silvia Fattore.

CAMPODARSEGO. Sancita la cessione dell’azienda Diwar a una new company formata da una cordata di quattro fornitori, tra cui un’impresa padovana e un’altra vicentina. E, insieme, il passaggio alla “nuova” Diwar di 31 dipendenti: da lunedì ripartirà a pieno ritmo la produzione nello stabilimento di Campodarsego in via Pontarola 6. Il prezzo dell’operazione? All’incirca un milione e mezzo di euro.

L’atto è stato siglato giovedì nell’ufficio del notaio Roberto Doria sotto l’attenta regia del curatore fallimentare, il commercialista Riccardo Bonivento, che ha costruito il salvataggio dell’azienda attiva dal 1970 e di proprietà della famiglia Fattore, nonché leader nella produzione di componenti per sedie. Si tratta di un traguardo auspicato pure dai sindacati preoccupati per la sorte dei lavoratori: l’obiettivo era tutelare il maggior numero dei dipendenti e attivare gli ammortizzatori sociali per chi non avesse conservato il posto. La cessione era stata autorizzata dal giudice delegato Caterina Santinello. Diwar, prima in liquidazione, fu dichiarata fallita l’1 luglio scorso ed era attualmente gestita in esercizio provvisorio dal curatore in base alla legge 104 che disciplina la materia fallimentare. La normativa prevede che, con la sentenza di fallimento, il tribunale possa «disporre l’esercizio provvisorio dell’impresa... se dall’interruzione può derivare un danno grave, purché non arrechi pregiudizio ai creditori...». Fino a giovedì era operativo l’esercizio provvisorio sotto il controllo della curatela per evitare che la cessazione dell’attività potesse compromettere l’eventuale vendita dell’impresa e la pronta ripresa della produzione. Il portafoglio ordini, infatti, non s’era mai sgonfiato grazie alla reputazione che l’azienda era riuscita a costruirsi, garantendo un prodotto di prima qualità e forte di impianti e di attrezzature d’alto livello. Ma la crisi aveva travolto Diwar, troppo legata al mercato italiano e alle nuove iniziative di aziende e uffici (produce, in gran parte, sedie per uffici). Il caso era pure finito in una recente puntata di “Presa Diretta”, il programma di RaiTre condotto da Riccardo Iacona. «Non abbiamo mai interrotto la filiera produttiva e, in questo contesto, è maturata l’operazione» conferma il commercialista Bonivento, soddisfatto anche perché «la nuova Diwar resta in capo a una gestione tutta italiana, un gruppo di fornitori-creditori che hanno creduto nelle potenzialità di questa impresa e hanno deciso di investire». New Diwar ha già ordini dai mercati arabi.

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