Una variante urbanistica per il rilancio della Zip

Spazio a imprese, ricerca, editoria. E, perché no, negozi. Ma solo se inseriti in un piano complessivo di riqualificazione. È il futuro che si prospetta per la zona industriale nord di Padova che ormai, anche a causa della crisi, sente il bisogno di rinnovarsi e trovare una nuova identità. Il caso è allo studio dell’assessore all’Urbanistica Marta Dalla Vecchia che ha sul tavolo un corposo dossier che spazia dalla viabilità alle destinazioni d’uso per i capannoni di via Prima strada, viale dell’Industria o viale della Navigazione interna. Tecnicamente si tratta di una proposta di variante urbanistica per la Zip nord, in altre parole significa mettersi ad un tavolo, industriali e Comune, e ripensare insieme il futuro dell’area. «Ho avuto un incontro con la Camera di Commercio e le associazioni di categoria» spiega l’assessore, «che a mio parere è stato molto positivo. Abbiamo valutato insieme questa proposta che ora dovrà passare tutto l’iter amministrativo ma manca sempre un tassello fondamentale: l’approvazione del Pat, che spetta alla Provincia e che attendiamo da tempo».
Una volta inquadrata la situazione nel complesso la Dalla Vecchia entra nel dettaglio della proposta che, in estrema sintesi, risponde ad un obiettivo: rimettere mano all’esistente invece di riempire altri spazi. «Non possiamo gestire gli edifici senza pensare a verde pubblico o spazi verdi» continua l’assessore, «per questo è importante che ci siano piani condivisi». Tra le destinazioni d’uso possibili spicca quella produttiva, che palazzo Moroni punta a mantenere anche per il futuro. «Il commercio è ammesso per le grandi superfici, come ad esempio le concessionarie d’auto o di materiali per l’edilizia» spiega la Dalla Vecchia. Il timore che la zona industriale possa trasformarsi in un centro commerciale dell’ingrosso è stato arginato grazie al limite di 100 metri quadrati per gli spazi di vendita al dettaglio all’interno del capannone destinato all’ingrosso. Ma c’è una novità per quanto riguarda le attività commerciali al dettaglio, settore non alimentare, che possono espandersi fino a 1500 mq mentre prima dovevano stare entro i 150. «Questo non significa che la zona industriale può diventare un parco commerciale» precisa, «ma c’è un’apertura al commercio di media dimensione». Negozi che andrebbero a servire un pubblico diverso, fatto di ricercatori, dato che tra gli usi produttivi consentiti c’è la ricerca scientifica e tecnologica, oppure di impiegati nel mondo dell’editoria, specificatamente inserita tra le destinazioni d’uso insieme a quelle direzionali. A servizio di questo nuovo assetto strutture alberghiere e di servizio.
Valentina Voi
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