Una vittima di Maglio «Mi ha toccata sul letto c’era la madre»

È entrato nel vivo, ieri, il processo all’ex carabiniere 39enne di Surbo (nel Leccese) Dino Maglio, detenuto nel carcere militare di Santa Maria Capua a Vetere per una condanna a 6 anni per stupro, sul banco degli imputati per il secondo filone dell’inchiesta padovana che avrebbe svelato altre 14 vittime di violenza sessuale. Vittime straniere ospitate nella sua casa all’Arcella tramite il sito couchsurfing. In aula (di fronte va Maglio ma protette da un paravento) con l’aiuto di un’interprete, il pm Giorgio Falcone ha interrogato tre amiche portoghesi che hanno ricostruito i giorni dell’agosto 2013 quando furono accolte nell’appartamento di Maglio che si spacciava per Leonardo. «Dopo aver bevuto un bicchiere di vino, ci siamo sentite stordite. Ci ricordiamo solo di essere state in una discoteca». Una di loro ha rammentato: «Ricordo che Leonardo mi ha toccato nelle parti intime... Ero nella sua camera e sul letto dormiva la madre». Presente in aula (difeso dal penalista Enrico Cogo) Maglio ha replicato: «Le ragazze si sono ubriacate da sole, a villa Barbieri avevano comprato molti superalcolici».
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