Un’altra sede per la preghiera degli islamici

ABANO TERME. Sarà in piazza Mercato, nell’ex sede del servizio Anagrafe del Comune, la nuova sede della moschea di Abano. L’associazione culturale Al Madina è quindi pronta a lasciare definitivamente il negozio di via Primo Maggio. Il trasferimento non sarà però immediato, come sottolinea una delle tante persone di religione islamica che si ritrova al venerdì per la preghiera del mezzogiorno: «Ci trasferiremo tra uno o due mesi», spiega. «Abbiamo bisogno di un locale più grande. In via Primo Maggio eravamo partiti in dieci, ma poi la comunità è cresciuta, fino a toccare le 40-50 unità di questo periodo. Per il locale di Piazza Mercato abbiamo già firmato i contratti e ora è solamente necessario renderlo agibile. Dobbiamo sistemare il bagno, la doccia e arredarlo».
Non sembrano aver accusato comunque i colpi dei recenti attacchi subiti (lo striscione di Forza Nuova e la testa di maiale appesa alla porta d’ingresso del negozio) coloro che frequentano la bottega adibita a moschea di via Primo Maggio. Anche ieri, attorno alle ore 13, sono stati in tanti a ritrovarsi per la classica preghiera del venerdì islamico. La maggioranza delle persone che frequenta la moschea “fai da te” è di origine marocchina, tunisina e pakistana. Con loro ogni tanto si uniscono degli albanesi. «Ci troviamo in un numero consistente solamente al venerdì», prosegue nel racconto uno dei fedeli musulmani dell’associazione. «Durante la settimana per chi vuole c’è la possibilità di recitare la preghiera serale alle 20.30, anche se la maggior parte delle persone preferisce pregare a casa». L’associazione culturale Al Madina non è nata solamente per organizzare momenti di preghiera. Organizza infatti corsi di lingua araba e viaggi verso alcune delle città più note. Non svolge tuttavia un’attività commerciale-artigianale, ragion per cui sarà costretta a lasciare il negozio di via Primo Maggio. «Gli attacchi subiti di recente», osservano, «non ci hanno messo paura. Noi siamo musulmani di mentalità aperta, rispettiamo gli altri e le altre religioni. Vogliamo andare d’accordo con tutti. Il nostro obiettivo è veder riconosciuta la nostra associazione dalle istituzioni locali. Non siamo di certo dei fondamentalisti. Lavoriamo durante la settimana e andiamo a pregare. Di certo il gesto della testa di maiale è brutto e ci fa male. Non ci abbattiamo e andiamo avanti a pregare senza timori». (f.fr.)
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