Università, aiuti agli studenti: a Padova utilizzati solo quattro milioni su quindici

A fronte del maxi stanziamento resta quasi intaccato il “tesoretto”. Le associazioni: criteri troppo stringenti.Il contributo di maggior successo è stato quello per la connettività
Studenti a lezioni in ateneo
Studenti a lezioni in ateneo

PADOVA. Più di 11 milioni da reinvestire in nuovi contributi a sostegno degli studenti in difficoltà economica. È il “tesoretto” rimasto inutilizzato nelle casse del Bo dopo lo stanziamento record di 15 milioni dello scorso anno, voluto dall’ateneo per aiutare gli studenti in difficoltà a far fronte all’emergenza Coronavirus.

E i contributi sono effettivamente arrivati, solo che per finanziare tutte le domande idonee ricevute, di milioni ne sono bastati poco più di tre.

soldi per la connettività

Il contributo di maggior successo è stato quello per la connettività: tutti gli studenti fino al primo anno fuori corso possono – fino al 31 marzo – richiedere una sim dati con 60 giga mensili di traffico internet incluso. Al 14 dicembre si contavano 14.653 domande, per un valore di poco più di un milione di euro.

Le matricole potevano inoltre richiedere un contributo fino a 240 euro per l’acquisto di un notebook (un computer portatile), per il quale sono state liquidate 1. 870 richieste, con una spesa complessiva di 414 mila euro. Gli altri contributi erano legati all’alloggio (fino a 500 euro) e ai trasporti (fino a 350 euro).

«A incidere è stato soprattutto il fatto che ci immaginavamo che a settembre la situazione sarebbe stata quasi normale», ha spiegato il prorettore all’organizzazione e processi gestionali del Bo, Antonio Parbonetti. Per i trasporti sono state infatti autorizzate “solo” 1.445 richieste (delle 1.621 presentate), per un totale di 37 mila euro erogati, mentre per gli alloggi, a fronte di 2.438 richieste autorizzate (2.805 presentate), sono stati erogati 1 milione e 200 mila euro.

«È chiaro che questi contributi incidono meno in una situazione in cui la didattica è concentrata quasi per intero online – continua Parbonetti – Non ci si sottopone alla spesa di un abbonamento o di un affitto se si ha la possibilità di frequentare le lezioni senza venire a Padova».

criteri troppo stringenti

Nel confronto avviato tra la governance e i rappresentanti degli studenti si è discusso anche dell’eventualità che i requisiti per accedere a questi contributi fossero troppo stringenti. «Si poteva fare poco di più – ha detto il prorettore – Abbiamo messo un tetto di Isee di 50 mila euro, quindi già decisamente alto. L’unico altro paletto era la non cumulabilità con altri contributi, come le borse di studio. Sulla distinzione tra studenti in sede, pendolari e fuori sede, invece, seguiamo delle normative già esistenti.

Nelle prossime settimane ci confronteremo ancora con gli studenti, valutando assieme il profilo di chi fatto richiesto finora, per capire come meglio intercettare i potenziali beneficiari dei contributi. Di sicuro le risorse avanzate verranno utilizzate».

A sentire gli studenti, però, la via maestra è una: «In questo momento la contribuzione risulta particolarmente gravosa per molti studenti – ha spiegato il coordinatore di Udu Padova, Pietro Notarnicola – È vero che l’ateneo continua a sostenere gli stessi costi, se non maggiori, ma quello che uno studente vede è che il servizio per cui paga non è quello che dovrebbe essere.

Noi abbiamo più volte proposto di utilizzare queste risorse per abbassare la contribuzione già per le seconde e terze rate di quest’anno, ma su questo non c’è stata grande apertura. I problemi ci sono ora, non aspettano settembre».

in futuro nuovi interventi

«È difficile intervenire sulle tasse con interventi straordinari – ha poi spiegato Parbonetti – Ci aspettiamo da Roma interventi importanti come è stato importante l’innalzamento della “no tax area”. Padova ha già adottato una politica strutturale, che ci permette di finanziare tutte le borse di studio regionali in un’unica assegnazione, con 5 milioni che l’Ateneo ogni anno anticipa con fondi propri». —

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