Università, sospesa sei mesi per l’autocertificazione falsa a Padova

PADOVA. La tecnologia avanza, ma i vecchi metodi per falsificare i voti rimangono sempre buoni: ne sanno qualcosa all’università di Padova, dove ieri pomeriggio, in Senato Accademico, è stata discussa la punizione per una studentessa dell’area umanistica, rea di aver manomesso l’autocertificazione per accedere ad un tirocinio.
Pirateria informatica? Macché. Ormai da qualche anno, al Bo, il libretto degli esami cartaceo è andato in pensione, surclassato da quello virtuale. E così, allo stesso modo, la maggior parte delle procedure si possono completare direttamente online. La maggior parte, ma evidentemente non tutte: il ritocchino artigianalmente tentato (e fallito) non riguarda infatti i meandri del web, ma una pagina del sistema uniweb banalmente stampata e corretta. Forse con l’aiuto dell’antico - ma sempre valido - bianchetto, o dell’inseparabile amico di tutti coloro che il computer non lo sanno usare: Paint.
Sulla questione, in ateneo, regna la massima riservatezza, ma sembra che la ragazza in questione, iscritta al Fisppa (il dipartimento che raccoglie Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia applicata), abbia dichiarato di aver sostenuto esami che ancora non aveva dato, e quindi di aver accumulato un numero di crediti formativi superiore a quello reale. Le è andata male.
Non solo è stata scoperta, ma ieri il Senato ha deliberato, per lei, una punizione esemplare: sei mesi di sospensione dall’università.
Nel corso dello stesso incontro, il rettore Rosario Rizzuto ha annunciato ai Senatori una cerimonia solenne per l’intitolazione di due aule: la 1 e la 4 del Fisppa, al piano terra di Palazzo De Claricini (via Cesarotti). Saranno dedicate l’una alla memoria di Giulio Regeni, giovane ricercatore torinese, barbaramente ucciso al Cairo in circostanze non ancora chiarite, e l’altra di Valeria Solesin, dottoranda in demografia all’Università della Sorbona, rimasta coinvolta nella strage del Bataclan (novembre 2015). Sempre sull’onda del ricordo di Giulio Regeni, l’ateneo ha stretto un accordo proprio con l’università del Cairo, che permetterà a giovani studiosi egiziani, non responsabili e a loro volta vittime di quanto accade nel loro paese, di trascorrere periodi di studio presso l’università di Padova.
Confermati anche gli ormai tradizionali corsi estivi a Bressanone, in Alto Adige che quest’anno raddoppiano: saranno 54 in tutto, contro i 30 (e già in aumento rispetto al passato) del 2016.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova