Uscito dal coma ma in Rianimazione il pugile crollato per malore sul ring

Migliorano le condizioni del pugile Gabriele “Iceman” Gangi, sottoposto a un delicato intervento chirurgico lunedì nel reparto di Neurochirurgia dell’ospedale di Padova, dove il 25enne è giunto da Piove di Sacco con l’elisoccorso e in stato di incoscienza, per la rimozione di un ematoma cerebrale. Il boxeur professionista di Busto Arsizio (Varese) si era sentito male sabato pomeriggio sul ring della palestra della Boxe Piovese, alla fine della quarta ripresa di una seduta di allenamento in cui recitava il ruolo di sparring con il campione d’Europa dei pesi supergallo, Luca Rigoldi.
LE CONDIZIONI
«Dai medici dell’ospedale, dov’è ricoverato nel reparto di terapia intensiva il pugile, ci giungono notizie confortanti», afferma il maestro della Boxe Piovese, Gino Freo, che quand’è successo l’incidente era all’angolo di Rigoldi. «Ieri Gangi ha ricevuto la visita del fratello, che è un ex pugile, e della fidanzata. Mi hanno riferito che ha ripreso conoscenza e muove gli arti. I sanitari, che per il momento non sciolgono la prognosi, non escludono che tra un paio di giorni possa uscire dalla terapia intensiva. Sabato a bordo ring nella palestra di Piove di Sacco c’era anche il papà di Gabriele e alcuni suoi amici. Abbiamo vissuto attimi di paura, ora per fortuna sembra che la situazione volga decisamente al meglio».
IL PRECEDENTE
Nella stessa palestra, nel maggio del 2017, un altro sparring del campione dei pesi supergallo Luca Rigoldi, il marocchino Sedik Boufrakech, alla fine dell’allenamento è stato trasportato d’urgenza alla Neurochirurgia di Padova dove gli è stato asportato un vasto ematoma al cervello. Una fatalità? In quel caso erano di fronte un pugile dilettante (Boufrakech) e un professionista (Rigoldi). Sabato, invece, l’allenamento era tra pari categoria. Inoltre, per quanto riguarda le protezioni, il maestro Freo aveva preteso che i due pugili indossassero guantoni del tipo Sting da 10 once, omologati dalla Federazione internazionale, che essendo in uso ai dilettanti garantiscono una maggiore protezione.
IL MEDICO
«Il pugilato è uno sport di contatto e qualche rischio chi lo pratica inevitabilmente lo corre», afferma il dottor Fabrizio Munari, esperto di medicina dello sport e fiduciario regionale del comitato Veneto della Federazione pugilistica italiana. «Non conosco nei particolari l’episodio di Piove di Sacco, bisogna vedere anche in che condizioni fisiche si trovava il pugile al momento in cui si è sentito male. Ho sentito che veniva da una settimana di intensi allenamenti, questa potrebbe essere la causa, ma servono degli accertamenti accurati per stabilire esattamente cos’è successo».
L’INDAGINE
In questi casi, così com’è successo per il pugile marocchino nel 2017, la Fpi di solito attiva un’indagine per fare luce sull’accaduto. Toccherà al presidente della Commissione medica federale, Italo Guido Ricagni, che ha sostituto il dimissionario Bruno Fabbri di Abano Terme, promuovere le verifiche sull’incidente che non è il primo che si verifica nel mondo del pugilato. —
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