Velodromo Monti: doccia fredda sulla nuova pista. È inutilizzabile

Altra grana dopo quella del contenzioso per la gestione.  Spesi 340mila euro, ma l’impianto non è omologabile
MARIAN-AGENZIA BIANCHI-PADOVA - VELODROMO MONTI
MARIAN-AGENZIA BIANCHI-PADOVA - VELODROMO MONTI

PADOVA. Un anno per realizzarlo, era il 1914. Più di un anno, da agosto 2018 al primo ottobre scorso, per uscire da un contenzioso che ne ha paralizzato l’attività. Peccato che ora – assegnata la gestione all’Asd 08 Bike con una storica discontinuità rispetto al passato e terminati nel frattempo i lavori di riqualificazione per 340mila euro – il velodromo Monti sia, di fatto, inutilizzabile. La pista nuova di zecca non è, allo stato attuale, omologabile.

IL CASO

Strano destino quello del velodromo Monti, il più antico stadio comunale d’Italia. Come racconta un bel libro di Giovanni Rattini (Il velodromo Monti 1915-2015 – Storia, sport e velocità) i lavori per lo stadium iniziarono nell’aprile 1914 e si conclusero dodici mesi più tardi, appena dopo l’entrata in guerra dell’Italia. L’inaugurazione della pista ciclistica è arrivata più tardi, nel 1919 e da allora il Monti è diventato lo “stadio delle biciclette” dove hanno corso, tra gli altri, anche Fausto Coppi e Gino Bartali. Un anno per costruirlo, si diceva, più di un anno per uscire da un contenzioso nato con il bando per l’assegnazione della conduzione dello storico impianto sportivo. Ad agosto 2018, il Comune (adeguandosi alle nuove disposizioni regionali) mette a gara la gestione dell’impianto. Si fanno avanti in due: la Scuola ciclismo Leandro Faggin (un padovano che a cavallo degli anni Sessanta vinse un oro olimpico e tre titoli mondiali) presieduta dal figlio d’arte Michele Faggin e la Asd 08 Bike presieduta da Filippo Dal Pozzolo per 13 anni meccanico al Monti.

IL CONTENZIOSO

Il Comune assegna provvisoriamente la gara agli storici gestori del Monti, la Scuola Faggin. Da qui, però, nasce un contenzioso che si trascina fino al Consiglio di Stato e durante il quale il Comune, concluse le sue verifiche, affida il Monti all’Asd 08 Bike. Tralasciamo i passaggi intermedi e le evidenze portate alla luce delle verifiche del Comune che hanno comportato, alla fine, l’esclusione della Scuola Faggin (una su tutte, come si legge nella relazione del Settore servizi sportivi del Comune, «il numero dei soci dichiarati non corrispondente all’importo relativo a bilancio 2018»). Resta il fatto che sia per via giudiziaria sia per via amministrativa alla fine si arriva a individuare nell’Asd 08 Bike il futuro gestore del velodromo. Il primo ottobre scorso, con la firma ufficiale della convenzione quinquennale, il calvario sembra finito. Sembra, perché una volta consegnate le chiavi dell’impianto che sorge a due passi da Prato della Valle (solo Milano, con il Vigorelli, possiede un velodromo in città) sul Monti cade una nuova tegola.

PISTA INUTILIZZABILE

Poco prima della firma, in realtà, i nuovi gestori si accorgono che qualcosa non torna. I lavori di riqualificazione eseguiti (impianto luci e rifacimento completo della pista) non convincono. Non tanto per le luci, quanto per la qualità della pista che ricopre l’ovale con curve paraboliche dalle quali si vedono le cupole di Santa Giustina e del Santo. La pista è troppo ruvida (qui si allenano anche i bambini), ci sono fessurazioni pericolose, in alcuni punti la resina stesa ha delle bolle. Timori che trovano conferma durante un sopralluogo ufficioso con l’omologatore della Federazione italiana ciclismo. A fronte di zero metri percorsi, il tecnico fa sapere che se dovesse giudicare la pista ufficialmente il risultato sarebbe una bocciatura clamorosa. Niente omologazione, niente allenamenti, niente gare. Con il rischio di dover fermare per un altro anno l’impianto con un nuovo cantiere. —

Matteo Marian
 

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