Venezia sommersa, a Roma il Consiglio dei ministri stanzia i primi fondi

Conte, intanto 5 mila euro a privati e 20 mila a esercenti. Polemiche sul Mose mai completato. Spitz super commissario per sbloccare i lavori
Il premier Giuseppe Conte stamattina a Venezia (foto Interpress)
Il premier Giuseppe Conte stamattina a Venezia (foto Interpress)

VENEZIA. Acqua alta eccezionale a Venezia, oggi giovedì 14 novembre, a due giorni dall'alluvione, Consiglio dei ministri a Roma per decretare lo stato di emergenza e stanziare i primi fondi. Lo ha anticipato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, anche in mattinata, ripartendo da Venezia per la capitale.

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«Per Venezia c'è un impegno a 360 gradi, c'è una situazione drammatica in una città unica, ci dobbiamo essere». Così Conte uscendo dall'hotel nel quale ha dormito stanotte a Venezia. Alla domanda se l'impegno per finire il Mose basterà, «Speriamo, confidiamo di sì, è un'opera su cui ormai sono stati spesi tantissimi soldi ed è in dirittura finale, ora va completata e poi manutenuta». E ai veneziani: «Siamo vicini a voi e speriamo di prevenire queste situazioni drammatiche, perchè non si ripetano più».

Giuseppe Conte ha dato le prime cifre sui rimborsi. «Per quanto riguarda il ristoro dei danni - ha detto il presidente del Consiglio al termine della riunione in prefettura - ci sono due fasi: la prima consentirà di indennizzare privati ed esercenti commerciali fino ad un limite di 5 mila per i privati e 20 mila per gli esercenti».

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«Questi soldi potranno arrivare subito. Poi chi ha danni più consistenti li quantificheremo con più calma e ovviamente dietro istruttoria tecnica potranno anche essere liquidati quelli maggiori», ha aggiunto.  

Intanto un quotidiano ha anticipato la possibile nomina oggi stesso di Elisabetta Spitz quale commissario per il Mose, per completare l'opera.

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«Aspettare ancora fino al 2021 per il Mose mi sembra tanto. E non abbiamo ancora certezza su quanto manchi a metterlo in funzione. È un’opera faraonica, noi sott’acqua abbiamo dei grattacieli di cemento armato, non so se i cittadini abbiano ben presente questa cosa. Il vero dibattito è quello di avere coscienza sempre che siamo in un museo a cielo aperto, ogni cosa è un’opera d’arte e questa città deve essere salvaguardata, prima di tutto dall’acqua. Per quello serve il Mose, a patto che funzioni». Lo ha detto il governatore del Veneto, Luca Zaia, intervistato a 24Mattino su Radio24.

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Sui danni alla città, Zaia ha aggiunto: «Abbiamo fatto un incontro con il premier Conte, io ho già dichiarato lo stato di crisi e oggi ci aspettiamo già una risposta dal Consiglio dei ministri. I danni sono ingenti, causati dall’acqua entrata nelle case e anche dalla salsedine, specialmente in San Marco».

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«Il Mose deve funzionare». Lo ha detto Paola De Micheli, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti alla trasmissione radiofonica Circo Massimo su Radio Capital. «Non è che stavano tutti sulla luna - dice il ministro - lo dico con grande rispetto, ho rispetto della discussione che c’è stata negli anni passati, in cui molti veneziani ritenevano il Mose uno spreco. L’hanno ritenuta un’opera non idonea. Negli anni passati ci sono stati anche degli scandali molto gravi, che hanno coinvolto numerose persone di questa città e ci sono stati forti rallentamenti sulla realizzazione di questo progetto, che oggi è realizzato al 93%. Io sono molto sincera, non ho nessuna intenzione e nessuna competenza ingegneristica per dare giudizi. Io ho rispetto per quelli che hanno lavorato in questi anni per proteggere Venezia. Ho anche molto rispetto per chi critica il Mose. Dico un’altra cosa però: questa soluzione ingegneristica che arriverà a costare poco meno di 6 miliardi deve funzionare. Il punto è questo».

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