Vicenza Jazz chiude con un doppio record
Cento concerti e tutto esaurito. Strepitosi Fresu e la Uehara

La pianista giapponese Hiromi Uehara: tre bis e un successo strepitoso all’Olimpico
VICENZA.
Quello che doveva essere un festival in tempo di crisi, un pò ridimensionato e sottotono, si è invece trasformato in un festival da record sia per il numero degli appuntamenti proposti, un centinaio includendo anche quelli dei numerosi locali, ma soprattutto per la presenza di pubblico, da tutto esaurito nei concerti in prima serata. La sedicesima edizione di Vicenza Jazz, conclusasi sabato, ha ribadito che ai veneti piace il jazz, non importa di quale provenienza e matrice. Forse ciò che conquista sono proprio la capacità espressiva e di coinvolgimento dei musicisti e l'improvvisazione sulla quale fanno leva nelle loro esecuzioni. Certo è che a Vicenza in una settimana sono sbarcati musicisti di prima grandezza. E hanno portato sul palco dell'Olimpico e del Comunale il loro personalissimo modo di declinare il jazz. Ripercorrendo a ritroso le performance che più hanno entusiasmato, iniziamo dall'ultima: quella di Paolo Fresu, Daniele di Bonaventura con il coro A Filetta. Si sono presentati per la serata di chiusura col progetto «Mistico Mediterraneo», concretizzato l'anno scorso nel disco omonimo. Che dire: se Wim Wenders dovesse fare un film e intitolarlo «Il Cielo sopra il Mediterraneo», troverebbe la colonna sonora perfetta nella scaletta di questo show. Alla tromba e al flicorno suonati con sapienza da Fresu e al bandoneon suonato con delicata passione da di Bonaventura ha fatto da contrappunto il coro a 7 voci più famoso della Corsica. La sinergia musicale ha fatto scaturire suoni mistici ed echi lontani in una perfetta fusione di jazz e folk. Un incanto sonoro tra le scene scamozziane, premiato da due richiami sul palco. E il pubblico non avrebbe voluto far smettere di suonare la pianista Hiromi Uehara, che ha concesso con entusiasmo tre bis ad un Olimpico in visibilio. La sua performance nella prima parte con l'Orchestra del Teatro Olimpico diretta da Giancarlo De Lorenzo è stata dedicata alla «Rapsodia in Blu» di Gershwin, suonata con la formazione al completo della prima esecuzione del 1924, qui in prima assoluta, nella versione per orchestra jazz di Roberto Spadoni. Nella seconda parte, la 32enne pianista giapponese ha interpretato da solista sue composizioni, riuscendo a sorprendere e trascinare per tecnica e originalità di esecuzione, sensibilità di tocco e pathos interpretativo. Seguita da una troupe nella città del Palladio, la Uehara sarà prossimamente la protagonista di 2 ore di trasmissione alla tv di Tokio. Ottime poi le scelte del direttore artistico Riccardo Brazzale nel proporre due performance per serata, offrendo così al pubblico sound innovativi e contaminazioni contrapposti ad un repertorio jazz storico. E' stato così per la serata dedicata a Nino Rota, con la Oto prima (nella magnifica esecuzione de La Strada), seguita da Gianluca Petrella e John De Leo. Brazzale è già al lavoro per l'edizione 2012, che intitolerà «Alla fiera dell'Est». Guardando alla Russia, ricordando «New York New York».
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