Vigodarzere, tariffe agevolate al cimitero per i residenti
La giunta ritocca i prezzi, differenze anche di 500 euro per chi viene da fuori. La polemica: "Così si penalizzano i nativi del paese che sono andati a vivere altrove"

VIGODARZERE. «A Vigodarzere è quasi impossibile morire», aveva dichiarato lo scorso gennaio il consigliere comunale e assessore provinciale Enrico Pavanetto riferendosi all’ormai drammatica carenza di spazi in cui far dimorare i defunti nei cimiteri comunali. «Invece adesso per morire occorre essere anche ricchi», tuona ora il suo collega sui banchi dell’opposizione, Adolfo Zordan. L’amministrazione comunale dal primo di aprile ha infatti ritoccato le tariffe delle concessioni cimiteriali, con aumenti consistenti, di diverse centinaia di euro. «Morire diventa un lusso», commenta Zordan, «ma soprattutto il Comune ha diviso i cittadini in serie A e serie B». Le nuove tariffe, infatti, vengono differenziate a seconda che si abiti o meno a Vigodarzere. Vista la carenza di spazi ormai cronica nei cimiteri, specialmente in quello del capoluogo, vengono privilegiati i residenti rispetto a coloro che scelgano di riposare a Vigodarzere pur risiedendo altrove. La differenza si aggira anche sui 500 euro tra le due diverse tariffe.
«Con questa decisione l’amministrazione non ha tenuto conto, però, di coloro che sono nativi di Vigodarzere e che la vita ha portato ad abitare in altri posti, ma che scelgono di tornare a riposare nel loro paese natale», continua Zordan, «o i cui parenti abitino qui e vogliano avere il caro estinto accanto a sé. Dividere le salme in categorie credo non sia troppo etico, nonostante la comprensibile difficoltà a trovare spazi liberi».
Ma Zordan è perplesso rispetto ad un'altra decisione della giunta comunale: l’incentivo alla cremazione. «Mentre per coloro che non abitano a Vigodarzere la sistemazione delle ceneri in un ossario costa 300 euro, per i residenti il Comune si accolla ogni spesa per la tumulazione e la collocazione negli ossari: pratiche che diventano quindi gratuite per le famiglie del paese», conclude il consigliere leghista, «ma il problema è che non esistono ossari liberi. Giusto un anno fa emerse la criticità nel cimitero di Vigodarzere, dove erano stati venduti per vuoti dei loculi in realtà pieni, mentre in attesa che se ne liberassero altri, le urne contenenti le ceneri di diverse persone erano state sistemate poco rispettosamente dentro uno sgabuzzino, accanto agli attrezzi usati dagli operai che si occupano della manutenzione del cimitero. Mi chiedo, quindi, se anche si incentiva la cremazione, le ceneri poi dove le si collocheranno?».
Le scelte che avranno i parenti potrebbero essere pertanto due: o se le terranno in casa oppure le spargeranno al vento, cosa permessa a Vigodarzere da una recente modifica del regolamento di polizia mortuaria, che consente di spargere le ceneri nei giardini pubblici o privati oppure dentro ai fiumi. Vigodarzere fu uno tra i primissimi Comuni veneti a recepire le disposizioni della legge regionale 18 del marzo del 2010, introducendo la possibilità di spargere le ceneri già nel dicembre dello stesso anno.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova