Vigonza, associazione per delinquere. Quindici anni alle due “menti”

VIGONZA. Capitolo chiuso per l’operazione Fiore reciso, almeno nel primo grado di giudizio. Ieri sono arrivate le condanne per due protagonisti, calabresi trapiantati in Veneto mentre altri due hanno patteggiato (in totale inflitti oltre 21 anni in continuazione con precedenti condanne) mentre è stato assolto un gelataio di Dolo.
LA SENTENZA
Al termine di un giudizio abbreviato, il gup Claudio Marassi ha condannato Antonio Bartucca, 50 anni calabrese di San Giovanni in Fiore con residenza a Vigonza, a 8 anni, 6 mesi, 10 giorni di carcere (in continuazione con una precedente condanna del 16 ottobre 2016) oltre a 60 mila euro di multa (difensore il legale Rosa Maria Fortunato) e Giovanni Spadafora, 47 anni di Vigonza, a 7 anni (sempre in continuazione con una condanna del 16 ottobre 2016) oltre al pagamento di 41.400 euro di multa (difesore la penalista Paola Rubini). Sempre con rito abbreviato assolto Nicola Girina, 41enne di Dolo, accusato di detenzione di stupefacente in modica quantità perché è stato escluso il fine di spaccio e il fatto non è previsto dalla legge come reato (avvocato Andrea Levorato). Nei confronti di Bartucca confermato il sequestro ai fini della confisca del 50 per cento dell’abitazione in comproprietà con la moglie e delle sue quote di terreni (in comproprietà con i fratelli) oltre a un furgone e a un’auto. Bartucca e Spadafora erano chiamati a rispondere di associazione a delinquere, finalizzata al riciclaggio e alle false fatturazioni, come di traffico di droga (cocaina, marijuana e hashish). Hanno patteggiato i due “corrieri” calabresi di Isola Capo Rizzuto, il 42enne Pasquale Pullano e il 43enne Giuseppe Cozza (3 anni, 2 mesi e 13 mila euro di multa a testa). Infine il gup ha dichiarato il non luogo a procedere nei confronti di tre imprenditori, imputati di evasione fiscale tramite fatture per operazioni inesistenti (Gentjian Bilani di Camisano Vicentino; Andrea Garbin di Vicenza e Marco Nardon di Costabissara). Hanno risarcito il Fisco per gli importi (bassi) contestati.

L’OPERAZIONE
L’inchiesta – coordina dal pm padovano Benedetto Roberti – aveva smascherato un traffico di droga gestito dal clan criminale guidato dalla diarchia Bartucca-Spadafora esponenti in terra veneta di famiglie in rapporti con la’ndrangheta calabrese (la ’ndrina di Isola di Capo Rizzuto, cosca ricca e potente del Crotonese). Gli affari erano gestiti nel capannone in uso a Bartucca a Vigonza, in via del Lavoro, dov’era lavorata la droga, trasferita dai due corrieri (definiti «cristiani seri» da un coimputato). I guadagni venivano riciclati, secondo la pubblica accusa con l’appoggio dell’allora direttore e cassiere della filiale di Pionca di Vigonza di Banca Popolare di Vicenza. Questi ultimi sono a processo con Antonio Giardino di Verona considerato legato alla cosca di Isola Capo Rizzuto. —
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