Villa Cesarotti va al Comune di Selvazzano: acquisto discusso in Consiglio

La spesa di 665 mila euro coperta con i proventi del diritto di superficie di 5 antenne. Contrarie le opposizioni: «Così si tolgono risorse importanti a scuole e strade»

Gianni Biasetto
Villa Cesarotti passerà al Comune di Selvazzano
Villa Cesarotti passerà al Comune di Selvazzano

Il corpo centrale di Villa Cesarotti a Selvazzano, edificio del XVII secolo che fu dimora di campagna dell’abate Melchiorre Cesarotti – letterato, filologo vissuto tra il 1730 e il 1808, dove si dice soggiornò anche il poeta Ugo Foscolo – presto diventerà patrimonio del comune di Selvazzano.

La delibera che prevede l’acquisto dall’associazione dei comuni Anci Sa per una cifra di 665 mila euro, come stimato dal tribunale, è all’ordine del giorno del consiglio comunale di mercoledì.

Il Comune farà fronte alla spesa con la cessione del diritto di superficie, per i prossimi 22 anni, di cinque siti dove sono presenti antenne radio base per la telefonia mobile.

Il contenzioso

Con questa delibera molto probabilmente si chiuderà il contenzioso in atto tra Comune e Anci Sa, avviato nel 2022 dal presidente dell’Anci Mario Conte a seguito del mancato impegno da parte dell’allora giunta di Selvazzano capeggiata dalla sindaca Giovanna Rossi, di rispettare quando deciso nei consigli comunali del marzo 2019 e dicembre 2020. All’udienza fissata il 19 giugno, il sindaco Claudio Piron che ora fa parte del consiglio di Anci Veneto, si presenterà con la delibera di acquisizione.

Soddisfazione

Con l’acquisto del corpo centrale della villa il Comune, che è già proprietario della barchessa e del parco, diventa titolare dell’intero compendio.

Nella maggioranza di centrosinistra che sostiene il sindaco c’è soddisfazione per essere arrivati, a un anno dall’insediamento, a trovare le risorse per non farsi scappare un bene storico che rischiava di finire in mano a privati. Adesso si presenta il problema della ristrutturazione visto che l’edificio non è affatto in buone condizioni.

Minoranze contrarie

«L’acquisto di Villa Cesarotti non è una priorità», afferma la capogruppo di FdI, Giulia Bonisolo «non è una questione ideologica: scuole, palestre, strade e marciapiedi hanno urgente bisogno di manutenzioni, per non parlare dei problemi idrologici e viabilistici. Spendere 700 mila euro per la villa significa togliere risorse a interventi necessari».

Sulla questione interviene anche l’ex assessore al bilancio, Mariano Fuschi: «La villa è inagibile e soggetta a vincolo della Soprintendenza. Un restauro adeguato richiederebbe milioni di euro. Senza progetti concreti né fondi dedicati rischia di restare abbandonata».

Il gruppo di FdI chiede all’amministrazione di fermarsi di fronte a un’operazione che rischia di diventare un peso economico per le casse per anni. Va all’attacco della giunta anche la civica La Rinascita che non è rappresentata in consiglio comunale.

«La cifra di circa 700 mila euro non corrisponde al valore di mercato», evidenzia Ulderica Mennella, ex consigliera comunale «si finanzia l’acquisto con la cessione temporanea senza certezza di cosa nel futuro potrebbe generare. Perché tanta fretta? Non possiamo non citare l’opportunità di alienare il complesso con una gara di interesse pubblico che, alla luce di altre esperienze simili, ha prodotto con i ribassi d’asta la possibilità di acquistare ville più prestigiose della nostra Cesarotti a prezzi abbordabili».

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