Violenza sessuale, medico indagato: il gip lo sospende dal lavoro ospedaliero

È il responsabile del laboratorio Prep del reparto malattie infettive dell’Azienda Ospedale di Padova. Si dichiarava gay iniziando le visite. L’inchiesta del pm Dini: tre le vittime, tutti maschi

Cristina Genesin
Il reparto di Malattie Infettive dell'Azienda Ospedale di Padova
Il reparto di Malattie Infettive dell'Azienda Ospedale di Padova

Sospeso dall’esercizio delle funzioni di medico ospedaliero l’infettivologo responsabile dell’ambulatorio Prep nell’ambito dell’Unità operativa complessa di malattie infettive e tropicali dell’Azienda ospedaliera.

Il medico, un 50enne di Padova, è indagato per violenza sessuale continuata e aggravata. La misura cautelare è stata firmata dal giudice delle indagini preliminari Elena Lazzarin su richiesta del pubblico ministero Sergio Dini.

L’inchiesta

Secondo quanto emerso dall’inchiesta attualmente in corso durante le visite lo specialista sarebbe andato sempre un po’ oltre, allungando la mano e insistendo con la palpazione nei punti più intimi interpretando in modo molto personale i protocolli previsti per le visite.

Due denunce erano già state trasmesse in procura nei suoi confronti nel 2023 da altrettanti pazienti (maschi) a distanza di sei mesi l’una dall’altra. E ne erano seguite altrettante archiviazioni. L’ultima querela, finita sul tavolo del pm Sergio Dini, è stata riesaminata anche alla luce degli episodi precedenti.

Episodi perfettamente sovrapponibili quanto al comportamento dello specialista, messi in atto nei confronti di pazienti che, fra loro, non si conoscevano e non avevano mai avuto alcun contatto.

E così l’inchiesta ha portato alla contestazione della violenza sessuale continuata (in quanto ripetuta nel tempo) e aggravata (perché compiuta, secondo almeno la prospettazione della procura) nella sua veste di pubblico ufficiale dipendente ospedaliero.

Nel maggio scorso un paziente si presenta nel laboratorio Prep, l’ambulatorio specializzato nella profilassi pre-esposizione da Hiv che esegue anche screening per tutte le infezioni sessualmente trasmissibili.

Che cosa è accaduto nell’ambulatorio Prep

Dunque chi ha rapporti “pericolosi”, sia uomini che donne, etero o gay, può ridurre il rischio di contrarre l’infezione da Hiv seguendo una serie di terapie farmacologiche dopo un’accurata visita. Che cosa sarebbe accaduto nell’ambulatorio Prep padovano? Il medico si qualificava come omosessuale fin dall’inizio del colloquio, ovvero l’anamnesi, con un paziente di sesso maschile. Un modo per mettere a proprio agio chi gli stava davanti? Di sicuro una modalità lontana da ogni protocollo e regola deontologica secondo la procura.

Quindi iniziava l’accertamento diagnostico con l’esecuzione di tamponi anche nelle parti intime e le palpazioni.

Le denunce

E qui i tre pazienti raccontano di aver vissuto quell’esperienza come una violenza sessuale da quanto emerso dall’inchiesta. Uno dei tre, in realtà, aveva pure revocato la querela (ignorando che, per quel tipo di reato, la perseguibilità è d’ufficio e il fatto che, una volta messo in moto il meccanismo, non si può più fermare).

La spiegazione: si era sentito come cittadino in una posizione di fragilità rispetto a un medico ospedaliero e qualcuno gli avrebbe detto che sarebbe stata un’accusa difficile da dimostrare.

Un altro dei tre pazienti, invece, ha reagito alle modalità operative del medico urlandogli seccato «Ma che cosa sta facendo?». La replica: «Sei troppo teso, che problema c’è?».

Divieto di lavorare in ospedale

Il 25 novembre scorso i carabinieri del Nas – ai quali è stata affidata l’indagine – hanno notificato all’infettivologo la misura cautelare di natura interdittiva, che gli vieta di esercitare le sue funzioni di medico ospedaliero (in teoria potrebbe esercitare in strutture private). A giustificare il provvedimento, i gravi indizi di colpevolezza. Come previsto dalla riforma Cartabia, l’indagato è stato interrogato alla vigilia della richiesta della misura. E lui ha negato l’accusa, insistendo su un fraintendimento da parte dei pazienti. —

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