Violenza verbale sull’autobus di Busitalia, disabile umiliato dall’autista

Urla, insulti, umiliazione ai danni di un ragazzo in sedia a rotelle, colpevole di essere salito a bordo di un autobus, come fa ogni giorno da anni, per andare a lavoro. Una scena vergognosa, a cui hanno assistito tra il timore e l’imbarazzo i passeggeri del bus numero 5, diretto in via Ospedale Civile. Alioscia Miotto, 34 anni, lo prende ogni mattina in via Siracusa alle 8 meno tre minuti. Ogni giorno si ferma ad aspettarlo davanti all’Alì, segnala la sua presenza, aspetta che il conducente faccia uscire la pedana per persone disabili e sale a bordo, aiutato da un accompagnatore.
Lo sgarbo. Anche martedì mattina, come sempre, aspettava l’autobus per andare al dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia applicata (Fisppa). Lì, in via Cesarotti, Alioscia si è laureato, ha conseguito un dottorato di ricerca e ora continua a lavorarci come tecnico amministrativo. Ci arriva da sempre con i mezzi pubblici, di solito senza incontrare particolari difficoltà. Ma martedì qualcosa non è andato come previsto. «La situazione si è resa spiacevole ancora prima che potessi salire», racconta Alioscia, «nel senso che l’autobus si è fermato molto oltre rispetto alla fermata, senza nessun motivo apparente. Il mio accompagnatore, allora, l’ha raggiunto chiedendo gentilmente all’autista se per caso non mi aveva visto. La sua reazione è stata spropositata, con urla e insulti». Alioscia ha mandato giù la rabbia e ha raggiunto l’autobus con la sua carrozzina.
Umiliazione. Ma i problemi non sono finiti: una volta salito, l’autista ha ripreso a gridare, questa volta perché la sua sedia a rotelle non era posizionata in maniera corretta. «Continuava ad urlare come un matto», racconta Alioscia, «diceva “vieni qui, leggi il cartello, non sei capace?”. È vero, la mia carrozzina non era posizionata come dovrebbe. Ma essendo motorizzata è ingombrante e comunque è dotata di doppi freni che la immobilizzano. Quindi se il problema era la sicurezza, non si poneva proprio. Ma lui ha continuato a urlare e a offendere, tanto che il mio accompagnatore ha fatto il possibile per assecondarlo, facendosi male alla schiena. Perché gli spazi sono quelli che sono, e la mia sedia a rotelle messa come diceva lui non ci stava. Intanto per insultarci ha perso un sacco di tempo, facendo tardare anche gli altri passeggeri».
Reclami. Passeggeri che, di fronte a questa scena di immotivata violenza verbale, assistevano attoniti. Martedì mattina sono partiti tre reclami a Busitalia, per segnalare il comportamento violento del conducente: uno da parte di Alioscia (su Facebook ha incassato anche la solidarietà del sindaco Giordani) e due da parte di altrettanti testimoni che erano a bordo del bus. «Non mi era mai successa una cosa del genere», conclude la vittima, «e quando ho contattato l’azienda, l’unica risposta che ho avuto è stata il consiglio di scrivere il mio reclamo sulla piattaforma online». La condanna, però, è arrivata all’istante da parte Andrea Ragona, presidente di Busitalia: «Si tratta di un atteggiamento molto grave, inaccettabile, che mette in cattiva luce il nome dell’azienda e offende il lavoro quotidiano e scrupoloso della gran parte degli autisti. Svolgeremo verifiche e agiremo di conseguenza».
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