«Votate Pd e Zaia», bufera sul dem Artuso

Un filmato sul voto disgiunto del renziano scatena le polemiche. Bisato: «Non è tollerabile». Ma Lorenzoni lo assolve



«Se proprio non ce la fai a non votare Zaia, ricordati della possibilità del voto disgiunto». È bufera su Stefano Artuso, avvocato tributarista e già segretario del circolo di Rubano, candidato del Pd alle regionali sostenuto in particolare (ma non solo) dalla componente renziana.

Era da giorni che nelle chat di diversi candidati, soprattutto di centrodestra, girava il video di Artuso. Ma il caso è esploso ieri dopo l’imbarazzo creato dal medesimo invito di un’altra candidata dem, la vicentina Chiara Luisetto. A prendere posizione è stato il segretario regionale del Pd, anch’egli candidato alle regionali, Alessandro Bisato. «Non è tollerabile che un candidato del Pd dia indicazioni di voto diverse rispetto al candidato presidente che liberamente e democraticamente abbiamo scelto. Siamo un’alternativa radicale rispetto agli ultimi 25 anni di governo regionale – ha sottolineato – Per quanto legittime, le aspirazioni personali non possono e non devono prevaricare i valori e i principi a cui ci ispiriamo fin dalla nostra fondazione. Chiunque si discosti deliberatamente e unilateralmente da queste regole si pone al di fuori della nostra comunità». Parole che sembrano preludere a una procedura punitiva nei confronti di Artuso.

La questione del voto disgiunto, già per il caso Luisetto, aveva provocato “maretta” tra i candidati Pd: «Degli astrusi meccanismi con cui si può votare pure Zaia con un consigliere di un opposto schieramento non voglio saperne nulla. Il noi è più importante dell’io», aveva tuonato Pietro Bean.

E Lorenzoni? «È stata solo una scivolata. Nel Pd si è lavorato a un progetto unitario e coerente, radicalmente alternativo a quello della destra di Luca Zaia. Rimaniamo compatti su un progetto che guarda lontano. E resto convinto che tutti assieme possiamo battere il centrodestra». —

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