Wi-fi libero lungo le fermate tram

Arriva la connessione senza password. Rossi: «Una città sempre più smart»

Detto, fatto. Il decreto del fare è realtà a Padova. Almeno sotto il profilo del wi-fi libero. Da oggi i cittadini della città del Santo possono connettersi senza password alle linee internet wireless diffuse nelle piazze del centro e lungo la dorsale del tram. «Lo si poteva fare anche prima ma bisognava registrarsi e impostare login e password» spiega il vicesindaco Ivo Rossi, «ora l'accesso è semplificato. Basta cercare sul telefonino la connessione alla rete “PadovaWiFi” e si può navigare senza limiti di tempo. Padova è una delle prime città ad aprire le reti dopo questo decreto che porta la firma di Flavio Zanonato».

«La registrazione verrà tracciata sui nostri sistemi come richiesto dalla legge» spiega Amedeo Levorato, presidente di Ne-t by Telerete Nordest Srl, «ma questo non interferisce con la navigazione che è più semplice e immediata». I punti dove il servizio è già attivo sono le piazze del centro (Antenore, Cavour, piazza dei Signori, della Frutta e delle Erbe, piazza Garibaldi, Insurrezione, Rabin, Boschetti) il piazzale della Stazione, il park di Padova Est e della zona industriale 1. Inoltre c'è anche via Romana Aponense alla Mandria. A questi si aggiungono tutte le fermate lungo le rotaie del tram, dalla Guizza a Pontevigodarzere.

«La prossima settimana verranno aperti anche quelli della rete del Comune che si chiama “PadovaWeb”» continua Rossi, «l'obiettivo è avere una città sempre più smart». Il prossimo passo sono quindi le biblioteche cittadine e le sedi dei quartieri, compreso il centro culturale Altinate San Gaetano. Spazio anche alle aree verde come i giardini dell'Arena, il parco Iris e i principali parchi cittadini. Anche l'avancorpo tecnologico della Cappella degli Scrovegni sarà a navigazione libera. L'elenco completo è disponibile sul sito www.padovanet.it anche se basta una veloce scansione con lo smartphone per verificare se la zona in cui si trova è coperta o meno. «Ci piacerebbe coinvolgere anche l'università» continua Levorato, «l'ipotesi è aprire anche le loro reti. In questo modo si raggiungerebbero i 250 hot spot in tutta la città». (v.v.)

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova