«Zaia spieghi chi paga il bollo per le targhe Serenissime»

la polemica
L’auto targata “Serenisima Nasion Veneta dela Venesia” è in regola con il pagamento della tassa automobilistica? Lo chiede il consigliere regionale di Veneto 2020 – Leu, Piero Ruzzante, che ha presentato un’interrogazione a risposta immediata indirizzata alla Giunta regionale. «Zaia e i suoi assessori non dovrebbero limitarsi a prendere atto della situazione» scrive Ruzzante «mi permetto di ricordare loro che, oltre a essere in campagna elettorale permanente, sarebbero anche al governo della nostra regione da venticinque anni». Per Ruzzante, insomma, è doveroso un controllo per verificare se il proprietario della Suzuki paghi la quota dovuta alla Regione. Resta, però, da capire, chi deve versare la gabella. Secondo quanto sostenuto da Roberto Fongaro, sedicente funzionario della “motorizzazione” dello Stato Veneto che l’avrebbe immatricolata, la Suzuki con targa venetista è di proprietà dello Stato Veneto. Inutile chiedere al “funzionario” se il veicolo è in regola con il bollo. «Se volete sapere qualsiasi cosa mandate una richiesta via mail al “funsionariovenezia@libero.it” e vi risponderemo» ha tagliato corto Fongaro. Per la mail non c’è ancora il riconoscimento dello Stato veneto...
Ovviamente l’incombenza del pagamento del bollo si estende anche alle altre auto venetiste. Chi, invece, non ha problemi a dire che il bollo non lo paga è Gabriele De Pieri, “presidente” dell’autoproclamato “Governo Nasionae Veneto”, nemico giurato di Serenisima Nasion.
«Abbiamo cinque auto con targa veneta e il bollo non lo paghiamo» fa sapere De Pieri.
E la copertura assicurativa? «Stiamo aspettando che la compagnia ce le assicuri» afferma De Pieri «Quale? Una compagnia straniera». Dopo la targa, la questione del bollo auto si sposta sul piano politico.
Ruzzante accusa il Carroccio di tollerare le posizioni dei venetisti. «La Lega ex-Nord continua a strizzare l’occhio agli indipendentisti. Basta, la facciano finita e prendano provvedimenti» sbotta Ruzzante «com’è possibile che sia consentito al sedicente “Stato veneto dele Venesie” di utilizzare lo stemma del leone di San Marco?». E chiede al governatore Zaia di adottare gli opportuni provvedimenti, anche in via giudiziale, per tutelare i simboli di rappresentanza della Regione e le forme di autogoverno previste dallo Statuto regionale.
Ma c’è un episodio che la dice lunga sulla volontà di osservare le norme in tema di veicoli dello Stato italiano. L’esperienza è stata vissuta dal coordinatore triveneto dell’Unasca (Unione autoscuole e agenzie pratiche automobilistiche) Carlo Rizzardi nella sua veste di consulente sulla sicurezza di mezzi pericolosi. Era andato a fare un contratto a un autonomista, ma quando ha cominciato a elencare leggi e norme si è sentito dire: «Noi siamo del Veneto e mi dai leggi italiane? Non voglio saperne niente e se non fai presto ad andar via tira fuori lo sciopo».
Intanto rimane d’attualità la contesa della primogenitura della targa venetista, rivendicata da De Pieri che mal sopporta la “pubblicità” ottenuta dall’auto di Fongaro e del suo sodale Enrico Vella, l’ex imprenditore di Cerea al vertice dello Stato Veneto delle Venesie o Serenisima Nasion Veneta Sovrana dela Venesia. Ieri De Pieri ha lanciato una provocazione sulla mancata assicurazione delle auto indigene.
«Se trovo per strada il veicolo di Vella mi faccio investire, voglio proprio vedere come andrà a finire, chi mi pagherà i danni?». Una rivalità conclamata. Sul sito del suo Governo nasionae, De Pieri mette in guardia «iscritti e simpatizzanti sulle voci riguardanti una possibile adesione del Governo a progetti o gruppi con altre pseudo realtà fantasiose che compongono la galassia venetista. L’unica autorità riconosciuta a rappresentare il popolo veneto a livello nazionale e internazionale è solamente ed esclusivamente il Governo nasionae veneto del popolo veneto» aggiunge «Pertanto il Governo nasionae proseguirà il suo percorso giuridico per il diritto di “autodeterminazione del popolo veneto” scevra da influenze, affiliazioni o apparentamenti con pseudo indipendentisti da strapazzo». Da parte sua Fongaro aveva già dichiarato che l’ «abusivo» è De Pieri poiché presenta documenti “in lingua italiana”, al contrario della Serenisima Nasion che scrive e parla solo in dialetto. Ma il segretario della Lega di Trebaseleghe Gianni Carraro mette a posto tutti e due: «Sono carnevalate» .—
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