Zen pronta a ripartire in “auto-gestione”

di Cristina Salvato
ALBIGNASEGO
La Zen riparte con nuovo slancio e capitali pubblici e privati. Con l’obiettivo, entro tre anni, di aumentare del 25% la produzione e di assumere altri 30 lavoratori. Un‘esperienza forse unica in Italia, dove la “testardaggine” dei dipendenti ha fatto sì che si evitasse il fallimento e che da tre anni di amministrazione straordinaria l’azienda rinascesse con un nuovo piano di rilancio. Perché la forza della Zen sono i suoi lavoratori, quelli che non hanno mollato, quelli che hanno alzato le barricate, quelli che sono andati a parlare con le istituzioni, quelli che ci lavorano da quasi quarant’anni e che non vogliono perdere un pezzo della loro vita. Come l’amministratore delegato della nuova Zen Fonderie srl, Michele Pra, entrato in azienda da operaio e adesso a capo della società costituitasi dai manager e dagli impiegati. Gli operai, invece, hanno fondato la Cooperativa lavoratori fonditori, mettendoci 2 mila euro dal tfr, anche se erano in cassa integrazione, pur di mantenere in piedi l’azienda, e adesso con un capitale di 500 mila euro entreranno anche in società, nel primo esempio di cogestione in Italia.
La storia. Le Fonderie Zen di Albignasego sono specializzate nella fusione della ghisa per produrre parti di macchine per movimentazione della terra e di trattori agricoli. Dagli anni Settanta la produzione cresce, fino al 2009, quando un’amministrazione poco avveduta e la crisi economica mettono in ginocchio l’azienda. Gli operai allora organizzano picchetti davanti ai cancelli per evitare l’uscita degli stampi. Chiedono l’intervento delle istituzioni e nel frattempo la Zen nel 2009 finisce in amministrazione straordinaria sotto il commissario di nomina ministeriale Giannicola Cusumano. «Che ringraziamo davvero» dichiara l’amministratore Michele Pra «perché il primo giorno che è arrivato, con i pochi soldi rimasti nel conto corrente, ha pagato l’ultimo stipendio arretrato ai dipendenti».
La Zen oggi. Nel frattempo lavoratori, commissario e Provincia (attraverso l’assessore al lavoro e sindaco di Albignasego, Massimiliano Barison, e il consigliere Pietro Giovannoni, presidente della commissione attività produttive), cercano una soluzione condivisa, che arriva nella creazione della nuova società e della cooperativa dei lavoratori (presieduta da Marco Distefano), e dell’interesse di investitori privati, come la milanese Overseas industries spa (rappresentata alla presentazione di ieri da Giuseppe Ghezzi), e pubblici, ovvero Veneto Sviluppo, la finanziaria regionale presieduta da Giorgio Grosso, che gestisce i quasi 900 milioni di euro che la Regione ha a disposizione per il sostegno alle imprese venete.
Il futuro. Il nuovo assetto societario è costituto dal 70% dal capitale di Overseas, il 25% da Veneto Sviluppo e i manager aziendali e il 5% dalla cooperativa degli operai. Per 2 milioni e mezzo di euro. «Da 115 dipendenti vogliamo arrivare a 150 in 3 anni» annuncia Pra «aumentando al 75% la produzione. La cosa che ci frena di più in questo momento, però, paradossalmente è la spesa per l’energia elettrica, cresciuta del 40% in 2 anni e che dall’8% delle spese è salita al 14. Ci sono aziende che chiudono perché non possono pagare le bollette elettriche».
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