ZF non paga la flessibilità, gli operai scioperano il sabato

SELVAZZANO. Di solito nella giornata di sabato i metalmeccanici restano a casa. Ossia non si lavora. Ieri, però, alla ZF di Caselle di Selvazzano, in via Penghe 48, in base ad un vecchio accordo sulla flessibilità sottoscritto tra l'azienda e le Rsu, 120 lavoratori su 300 dovevano presentarsi in fabbrica per onorare una commessa ricevuta dalla multinazionale tedesca negli ultimi tempi. Invece è successo che al lavoro sarebbe andato solo il 10% dei dipendenti perchè l'altro 90% ha seguito le indicazioni delle Rsu e dei sindacati di categoria ( Fiom, Fim ed Uilm ) di disertare la produzione perché l'azienda non intende applicare sino in fondo i contenuti del contratto nazionale di lavoro relativi proprio alla flessibilità, pagata, naturalmente, con più soldi rispetto al lavoro ordinario.
In realtà, già sabato 28 febbraio, altra giornata di lavoro straordinario, alcuni meccanici avevano incrociato le braccia, ma, otto giorni fa, gli scioperanti erano stati solo una decina perchè la lotta era organizzata solo dalla Uilm.
«Ancora una volta l'unità dei sindacati su precisi obiettivi resta fondamentale per far rispettare sino in fondo i diritti dei lavoratori», sottolinea Davide Crepaldi, segretario provinciale Uilm-Uil. «L'altro sabato hanno scioperato in pochi, ma ieri, dopo che anche la Fiom e la Fim, seppure in ritardo, hanno riconosciuto la validità della nostra lotta, la mobilitazione è risultata vincente sotto tutti gli aspetti. L'azienda fa male a non riconoscere il cosiddetto quarto elemento contributivo previsto dal contratto nazionale sul tema della flessibilità. Perchè i dipendenti in straordinario, di questi tempi, dovrebbero rinunciare a due-tre euro in più all'ora?». La ZF( Zeppelin Friedrichshafen) produce invertitori marini. La sede centrale è a Friedricshafen, sul lago di Costanza, nella Germania meridionale. È presente in Italia dal 1951.
Felice Paduano
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