In modo del tutto inaspettato, il grande universo femminile viene nuovamente portato alla ribalta, diventa un tema di giornalismo acuto e sensibile, diventa un modo universale per declinare i...

In modo del tutto inaspettato, il grande universo femminile viene nuovamente portato alla ribalta, diventa un tema di giornalismo acuto e sensibile, diventa un modo universale per declinare i cambiamenti inaspettati che vedono le donne coinvolte come salvifiche, forse con una modalità inconsciamente furba da parte del mondo maschile. Gli universi di genere sono ancora distanti, troppo coinvolti nel ridefinire le ansie del futuro stretto tra diritti acquisiti, ferite non sanate, ingiustizie sociali che pesano ancora in giro per il mondo, che tendono da un lato a delegare alle donne l’impegno per il pianeta e dall’altro a costringerle nelle pieghe strettissime della violenza ideologica o religiosa, che le priva di tutto. Stride l’eccitamento per le nuove consapevolezze declinate al mondo femminile e parallelamente i visi, i corpi, l’anima sofferente emergono nelle donne del pianeta. L’inconscio procede veloce a rimuovere la verità e sul ruolo femminile oggi pesa l’ambivalenza tra il potere e la verità sulla gestione sociale dei diritti umani in generale e sulla condizione femminile in particolare. Piuttosto delicata e stretta dal linguaggio più dei media che di quello che si muove nel grande mondo statunitense, è la proposta di una dialettica fuorviante e paradossalmente sessista, che tiene in piedi la campagna tra Hilary Clinton e Donald Trump. Etica e morale c’entrano poco in un Paese che è ancora il faro e il motore del mondo.

Si assiste a battaglie un po’ grottesche che non trattano i temi più importanti del Paese, con l’alibi di condannare o promuovere il tardo femminismo che c’entra poco con la verità sulle scelte e i destini che decreteranno i futuri presidenti.

Le donne che sono al potere non sono assolutamente la risposta autentica per valutare il benessere e le battaglie acquisite del grande universo femminile. I media americani e dell’occidente stanno spostando il problema sulla visione reale che riguarda gli atteggiamenti dei Governi verso le donne in particolare e verso i cittadini più in generale. Che ci siano donne ministro, capi di Governo, dirigenze eccellenti, riguardano rituali che testimoniano il raggiungimento di una visione estetica e formale più che la ridistribuzione dei diritti che riguarda la realtà delle donne di cui si parla poco e si fa poco.

Le donne dell’Occidente riescono a guardare al mondo esterno con passione ma anche con una preoccupazione profonda per la gestione del futuro. La maternità, il salario, il diritto all’equità del lavoro, la tutela dell’ambiente e del suo destino, sono diritti apparentemente acquisiti, ma il malessere del mondo femminile è forte, stretto tra la consapevolezza sulla propria identità e l’insoddisfazione strisciante per la solitudine di una rete di solidarietà inesistente.

Il libro recente di un grande giornalista, in cui le donne salveranno la terra, perché hanno la sensibilità, la forza, il coraggio che le rende efficaci per creare un nuovo Rinascimento. Ma è solo assieme al mondo degli uomini, figli, mariti e amanti, che la vera battaglia per un mondo migliore sarà possibile. Le donne non possono fare da sole, non è giusto consentirlo, piuttosto bisogna che i mondi si incrocino. La pace e la solidarietà tra maschile e femminile è possibile solo se è equa la condivisine delle responsabilità.

È triste però vedere che ancora si mandino soldati in guerra, adesso in Lituania e tutto questo senza il consenso delle donne.

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