Addio a Papisca, paladino dei diritti umani

MARCO MASCIA. Antonio Papisca, professore ordinario di Relazioni internazionali, arrivò a Padova da Catania nel 1978. La città viveva nell’incubo della violenza e del terrorismo. Nel 1980 fu eletto Preside della Facoltà di Scienze Politiche. La sua preoccupazione maggiore era dare un segnale di forte discontinuità con il passato. Nel 1982 creò il Centro di Studi e di formazione sui diritti della persona e dei popoli, poi divenuto Centro di Ateneo per i Diritti Umani. Era il primo Centro in Europa e nel mondo che veniva istituito all’interno di una università. L’appello contenuto nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani di promuovere “con l’insegnamento e l’educazione” il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali veniva istituzionalmente raccolto e incardinato nell’antico Ateneo patavino il cui motto è Universa universis patavina libertas. Il Centro nasceva nel segno della speranza e della rinnovata capacità creativa del mondo universitario.
La visione di Papisca era quella di un umanesimo integrale da realizzarsi nello spazio dilatato dei diritti umani internazionalmente riconosciuti, nella costante tensione a costruire un ordine di pace, dalla Città all’Onu, in cui vita e pace, stato di diritto e stato sociale sono assunti come due facce della stessa medaglia. Interdipendenti e indivisibili. L’obiettivo strategico di inserire nell’ordinamento universitario italiano l’insegnamento dei diritti umani viene raggiunto nel 1988, quando entrò in funzione la Scuola di specializzazione in Istituzioni e tecniche di tutela dei diritti umani poi trasformata, con la riforma universitaria, nella Laurea magistrale in Istituzioni e politiche dei diritti umani e della pace. L’Unesco gli attribuisce la Cattedra Unesco Diritti umani, democrazia e pace.
L’impegno di Antonio Papisca per la pace e i diritti umani è sempre andato di pari passo con quello per l’integrazione europea. Nel 1971 fonda e dirige l’Istituto Superiore Europeo di Studi Politici di Reggio Calabria, e nel 1976 il Centro di Documentazione Europea presso lo stesso Istituto. Nel 1975 fa parte del Gruppo di esperti del Primo Ministro del Belgio Tindemans per la preparazione del Rapporto sull’Unione Europea. Nel 2004 è insignito del titolo di professore Jean Monnet ad honorem dalla Commissione europea.
Antonio Papisca ha accompagnato l’attività scientifica e didattica con un forte impegno civile a livello nazionale e internazionale. Con i suoi scritti ha accompagnato i Beati i Costruttori di Pace che rompevano l’assedio di Sarajevo, gli obiettori di coscienza della Comunità Papa Giovanni XXIII che partivano per la ex Jugoslavia, la Tavola della pace e il Coordinamento nazionale degli Locali per la pace e i diritti umani nel dar vita all’Assemblea dell’Onu dei Popoli, gli enti del servizio civile e le associazioni pacifiste nel promuovere l’esperienza dei Corpi civili di pace.
Il suo ultimo grande impegno è stato per il riconoscimento della pace come diritto fondamentale della persona e dei popoli. La Dichiarazione delle Nazioni Unite sul Diritto alla pace è stata approvata dall’Assemblea generale il 19 dicembre 2016.
Ha dedicato la sua vita all’educazione dei giovani, alla formazione degli insegnanti e alla ricerca scientifica. Uomo delle istituzioni democratiche di grande valore umano e intellettuale. Sapeva unire il rigore scientifico con l’impegno per la costruzione di una società più giusta, equa, solidale e democratica. Un Uomo di fede che ha lottato con la forza dell’amore e della nonviolenza per la pace e i diritti umani sia attraverso l’insegnamento e la ricerca sia attraverso l’impegno civile. Ci ha insegnato che i valori non sono un optional, che il multilateralismo e la democrazia internazionale sono l’unica via per fermare le guerre, che il diritto deve prevalere sulla forza, che la pace è possibile. Grazie Antonio
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