Addio a Zard, il signore dei concerti rock

ROMA. E’ morto David Zard, aveva 75 anni, negli anni Settanta è stato uno dei pionieri dell’organizzazione dei grandi concerti in Italia. Ha portato nel nostro paese i Rolling Stones, Frank Zappa, Michael Jackson e Madonna e ha organizzato i primi concerti negli stadi. Negli ultimi anni si era dedicato alla produzione di musical originali italiani, come “Notre Dame de Paris” di Riccardo Cocciante, “Tosca - Amore disperato” di Lucio Dalla e “Romeo & Giulietta - Ama e cambia il mondo”. “Romeo & Giulietta”, tra l’altro sarà al Geox di Padova dal 23 al 25 marzo.
Insieme a Franco Mamone (scomparso nel 1998) e Francesco Sanavio negli anni Settanta ha inventato la professione dell’organizzatore di grandi concerti in un’Italia che, pur essendo avendo i Beatles nel 1965, era ancora molto provinciale sotto questo aspetto. Zard ha vissuto un periodo in cui c’era tutto da inventare e in cui era necessario saper guardare più avanti degli altri, combattere contro la lentezza delle istituzioni ed essere in grado di entrare in rapporto con le rockstar ricche e capricciose. Sanavio lo ricorda così: «Sono rimasto malissimo quando ho ricevuto la notizia. Tra il 1971 al 1973 entrambi organizzavamo concerti a Londra. Eravamo concorrenti ma anche molto amici. Vivevamo nello stesso albergo e ci vedevamo spesso a cena. Oggi, tra concorrenti non ci si guarda nemmeno in faccia. Abbiamo organizzato il Santa Monica Rock Festival a Misano Adriatico, quattro giorni alla fine del luglio 1974 con nomi come Rod Stewart, Humble Pie, Deep Purple e Lour Reed. Erano gli anni caldi della contestazione e un gruppo di autoriduttori della sinistra extraparlamentare ha cominciato a farsi vedere un mese prima dell’evento. Così, il prefetto ci ha fatto capire che dovevamo annullare il festival per motivi di ordine pubblico. Peccato». Zard aveva già conosciuto i problemi del genere quando era nell’organizzazione del “Cantagiro Cantamondo” del 5 luglio 1971 al Velodromo Vigorelli di Milano, caratterizzato dagli scontri tra spettatori e forze dell’ordine durante l’esibizione dei Led Zeppelin. Scene da guerriglia urbana le visse anche a Roma con Lou Reed e a Milano con Santana. Da quel momento le star del rock decisero di dire basta ai concerti in Italia.
Zard però non si perse d’animo. Era forte forse anche perché aveva visto la morte in faccia: nato a Tripoli nel 1943 da una famiglia ebrea, nel 1967 fu costretto a scappare in Italia a causa delle persecuzioni.
Non appena i tempi cambiarono, Zard fu il protagonista del ritorno dei grandi della musica con l’uso degli stadi. È storia l’immagine di Mick Jagger che nel 1982 a Torino chiuse il concerto dei Rolling Stones indossando la maglia azzurra di Paolo Rossi e prevedendo che l’Italia avrebbe vinto la Coppa del Mondo. Anche quell’evento è stato firmato da Zard che poi organizzò i tour italiani di Michael Jackson, Madonna, David Bowie, Bob Dylan, Frank Zappa, Genesis, Bob Dylan, Elton John e Tina Turner. Poi cominciò la stagione dei musical italiani con “Notre Dame de Paris” di Cocciante. Valeria Arzenton di Zed afferma: «Tutto iniziò con Zard. Quello del promoter prima di lui non era un lavoro, era un passatempo. Il primo a tu per tu intorno alla metà degli anni ’90, a Cannes durante la fiera internazionale della discografia. Cocciante stava presentando “Notre Dame De Paris”. Aveva occhi straordinariamente vivi. La sensazione era di trovarsi di fronte a un’istituzione, ma non per il suo passato glorioso, ma per l’acume e la lungimiranza dei suoi pensieri, sempre intensi e profondi. Sapeva proiettarti in un mondo che nemmeno immaginavi».
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