Addio alla scrittrice Toni Morrison fu la prima Nobel afroamericana

Prima scrittrice afroamericana a ricevere il Premio Nobel per la Letteratura nel 1993, insignita nel 2012 da Barack Obama della Presidential Medal of Freedom, il più alto riconoscimento civile negli Stati Uniti, Toni Morrison, morta ieri all’età di 88 anni, ha smascherato banalità e luoghi comuni sulla razza e il razzismo. «Che regalo respirare la sua stessa aria, anche se solo per poco», dice l’ex presidente americano Obama. Parla della scrittrice come di un «tesoro nazionale». «Quando è stato eletto Obama si pensava fossero finiti certi pregiudizi ma il passato continua a ripresentarsi», diceva nel 2012 al Festivaletteratura di Mantova. E spiegava: «Non siamo una società post razziale. Il razzismo è un cancro che non si può estirpare con diverse medicine». Entrati nella storia della letteratura americana i suoi romanzi, pubblicati in Italia da Frassinelli, esplorano la paura dell’altro, la questione dei confini, dei movimenti di massa delle popolazioni. E in autunno arriverà nelle nostre librerie “L’importanza di ogni parola”, una raccolta dei saggi della Morrison degli ultimi 40 anni, con i testi più importanti tra cui il discorso di accettazione del Nobel. Molte delle sue storie si ispirano ai racconti orali della tradizione afro americana o a fatti di cronaca. Come il suo capolavoro del 1987 “Amatissima”(Beloved), che le valse il premio Pulitzer nel 1988. Dedicato agli schiavi morti durante il Middle Passagein, il romanzo trae spunto da un fatto accaduto che vede una schiava fuggita da una piantagione di cotone uccidere la figlia quando sta per essere ricatturata. In “Il dono”, ambientato due anni prima dei processi alle streghe di Salem, la Morrison mostra come schiavi non siano soltanto i neri. Originaria di Lorain, in Ohio, dove era nata nel 1931, Chloe Anthony Wofford, vero nome di Toni Morrison, veniva da una famiglia operaia. In Ohio i suoi genitori erano arrivati dall’Alabama per sfuggire al razzismo. Docente di letteratura inglese e scrittura creativa in diverse università e a lungo editor della casa editrice Random House di New York, è stata nel 1974 l’editor dell’autobiografia di Angela Davis. Dopo la separazione dal marito Harold Morrison, ha cresciuto da sola i due figli. Nel suo ultimo libro uscito in Italia nel 2016, “L’origine degli altri” la Morrison spiegava: «mi interessava la rappresentazione dei neri attraverso la cultura piuttosto che attraverso il colore della pelle». Nel volume, che raccoglie un ciclo di conferenze tenute ad Harvard nel 2018, con l’introduzione all’edizione italiana di Roberto Saviano, ha compiuto un viaggio, in cui s’interrogava su che cosa sia la razza. E come dice nella prefazione Ta-Nehisi Coates non si occupava «direttamente dell’ascesa di Donald Trump. Ma è impossibile leggere le riflessioni dell’autrice sull’appartenenza, su chi è protetto dall’ombrello della società e chi invece non vi trova posto, senza considerare il momento presente». Nella narrativa ha esordito nel 1970 con “L’occhio più azzurro” in cui racconta il desiderio di una bambina nera di assomigliare ai bianchi. Con il figlio Slade Morrison ha scritto la storia per ragazzi “Chi ha più coraggio? La formica o la cicala? ”. —
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