Addio alla Sozzani, sovrana di Vogue

È morta ieri a 66 anni. All’ultima Mostra del Cinema il film su di lei girato dal figlio
02/09/2016 Venezia, 73 Mostra Internazionale d' Arte Cinematografica. Photocall del film Franca: Chaos and Creation. Nella foto Franca Sozzani
02/09/2016 Venezia, 73 Mostra Internazionale d' Arte Cinematografica. Photocall del film Franca: Chaos and Creation. Nella foto Franca Sozzani

Diceva di temere la vecchiaia, ma sapeva che non ci sarebbe mai arrivata. L’ansia delle rughe, che il suo volto ancora ignorava, aveva la consistenza di un vezzo, di un accessorio da esibire sul sedile posteriore della vettura di lusso trasformata nel set del documentario che il figlio le ha dedicato con affetto e pazienza. Era appena tre mesi fa, e Franca Sozzani, riluceva alla Mostra del cinema sul red carpet di “Franca: Chaos and Creation”, film sulla sua prodigiosa vita professionale che oggi, nell’ora della sua morte, perde ogni valore celebrativo per assumere quello testamentario.

La direttrice di Vogue per 28 anni, papessa della moda internazionale seconda solo ad Anne Wintour, se n’è andata a 66 anni con la fierezza che l’ha sempre sorretta, e dunque al lavoro fino all’ultimo, tenendo nascosta la malattia che l’aveva aggredita da tempo, anche se sempre più pallida, sottile come un giunco, un niente sotto la cascata di capelli biondi, con qualche passo che iniziava a farsi incerto, come nella sua ultima apparizione pubblica il 5 dicembre scorso a Londra alla cerimonia del British Fashion Council al braccio di Tom Ford.

Infilata in un abito rosa che le lasciava scoperte solo il volto e le mani, Franca Sozzani invitò il pubblico a non temere di rischiare, ma per chi sapeva a che punto stava fu chiaro che parlava soprattutto a se stessa. E dunque anche quella passerella al festival durata 88 minuti in un crescendo di arrivi epocali - Naomi Campbell, Eva Herzigova, Valentino, Donatella Versace - va letta in filigrana.

A pochi mesi dalla fine aveva voluto raccontarsi al figlio Francesco Carrozzini che a sua volta aveva un disperato bisogno di ritrovare sua madre prima che fosse tardi; e tutti a dirsi che in quella confessione davanti alla telecamera c’era una malinconia nello sguardo, un pulsare delle tempie, due mani senza posa che l’avevano resa umana. Perché, invece, nella vita reale Franca Sozzani aveva qualcosa di divino, in quanto intoccabile, e di ieratico, in quanto infallibile. Suo il celebre numero dedicato alle modelle di colore, o quello consacrato alla chirurgia estetica. Sua l’idea di immergere le modelle nel petrolio del disastro ambientale Bp e di inventare le top degli anni Ottanta. Non tutti l’amavano, ma sono in molti oggi a piangerla. Primi i suoi giornalisti, che ieri hanno messo in apertura del sito un cuore rosso e la scritta “Franca”.

Manuela Pivato

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova