Biennale, la Francia sceglie la musica

Nel padiglione una scultura-studio di registrazione in attività per sette mesi
Studio Venezia Maquette préparatoire (détail). Si chiama Studio Venezia il progetto musicale di Xavier Veilhan per il padiglione francese presente alla 57/a Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia in programma dal 13 maggio al 26 novembre, presentato oggi a Parigi alla presenza dell'artista e di Christine Macel, curatrice per la Biennale Arte 2017. Per Veilhan Studio Venezia rappresenta "un ambiente immersivo che comprenderà l'intera superficie del padiglione, in modo da alterare la percezione dello spazio nel pubblico". Sarà realizzato con musicisti provenienti da tutto il mondo che si alterneranno durante tutto il periodo dell'Esposizione e che, come ha spiegato il suo ideatore, "sono invitati ad attivare questa scultura-studio di registrazione che diventa il supporto delle loro creazioni durante i sette mesi della Biennale. Il padiglione opera una fusione tra arti visive e musica". Il 30 gennaio 2017. ANSA/ UFFICIO STAMPA +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++
Studio Venezia Maquette préparatoire (détail). Si chiama Studio Venezia il progetto musicale di Xavier Veilhan per il padiglione francese presente alla 57/a Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia in programma dal 13 maggio al 26 novembre, presentato oggi a Parigi alla presenza dell'artista e di Christine Macel, curatrice per la Biennale Arte 2017. Per Veilhan Studio Venezia rappresenta "un ambiente immersivo che comprenderà l'intera superficie del padiglione, in modo da alterare la percezione dello spazio nel pubblico". Sarà realizzato con musicisti provenienti da tutto il mondo che si alterneranno durante tutto il periodo dell'Esposizione e che, come ha spiegato il suo ideatore, "sono invitati ad attivare questa scultura-studio di registrazione che diventa il supporto delle loro creazioni durante i sette mesi della Biennale. Il padiglione opera una fusione tra arti visive e musica". Il 30 gennaio 2017. ANSA/ UFFICIO STAMPA +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

Si chiama Studio Venezia il progetto musicale di Xavier Veilhan per il padiglione francese che sarà presente alla 57esima Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, in programma dal 13 maggio al 26 novembre e presentato ieri a Parigi al Centro Pompidou alla presenza dell’artista, dei commissari Lionel Bovier e Christian Marclay e di Christine Macel, curatrice per la Biennale Arte 2017.

Il Padiglione francese della Biennale diventa così un «dispositivo musicale», come spiega Veilhan, «un’installazione immersiva che richiama l’universo dello studio di registrazione e ispirata dall’opera di Kurt Schwitters, il Merbau».

Accoglierà un centinaio di musicisti provenienti da tutto il mondo che si alterneranno durante tutto il periodo dell’Esposizione e saranno «invitati ad attivare questa scultura-studio di registrazione che diventa il supporto delle loro creazioni durante i sette mesi della Biennale. Il padiglione opera una fusione tra arti visive e musica», specifica Veilhan.

Il progetto prende il nome dall’universo dello studio di registrazione e per il suo ideatore rappresenta «un ambiente immersivo che comprenderà l’intera superficie del padiglione, in modo da alterare la percezione dello spazio nel pubblico». Quella di Venezia non sarà una tappa di arrivo ma di partenza per un itinerario all’estero: Studio Venezia diventerà Studio Buenos Aires nel 2018 e poi Studio Lisbona.

Veilhan, dalla fine degli anni ’80, ha sviluppato un’attitudine dalle forme multiple (scultura, pittura, ambiente, spettacolo, video, foto) che si colloca tra il classicismo formale e l’alta tecnologia. E Studio Venezia coniuga il suo doppio interesse per la musica e l’architettura immersiva.

Per l’artista parigino il lavoro di squadra è al centro di tutto e Studio Venezia si colloca in questa continuità con degli scambi quotidiani tra musicisti, ingegneri del suono, programmatori e produttori. I musicisti saranno liberi di decidere come vogliono occupare il tempo a disposizione nel padiglione e potranno lasciarlo con le registrazioni delle loro realizzazioni. E i visitatori non saranno invitati ad assistere a dei concerti ma ad ascoltare, guardare e a diventare testimoni di un materiale sonoro in formazione.

Naturalmente un padiglione così concepito dovrà essere controllato in maniera particolare; per questo Vierhal si trasferirà a Venezia per tutto il periodo della Biennale, proprio per seguire da vicino l’evolversi della sua creatura

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