Carta, matita e china Il segno e il senso dei carnettisti per il viaggio lento

Al Candiani di Mestre l’esposizione dei taccuini più belli La ricerca del dialogo tra le genti, il rispetto per i luoghi

MESTRE

Semplicemente “Carnets, disegni, parole”. Si intitola così l’ottava edizione della mostra “Matite in viaggio”, in corso fino al 21 ottobre al Centro Candiani di Mestre. Un appuntamento diventato ormai punto di riferimento nazionale per chi ama trattenere sulla carta i suoi ricordi di viaggio e che si regge sull’esperienza, oltre che sull’organizzazione, dell’associazione omonima. Sono 88 i carnet e i disegni esposti, selezionati su 115 candidature; lo scorso anno oltre tremila persone avevano visitato le sale del Candiani, e questi primi giorni di esposizione confermano l’interesse sempre più diffuso per i taccuini e per il mondo dei carnettisti.



Quella dei carnettisti è una comunità che non conosce confini, e non potrebbe essere diversamente dato che è proprio il viaggio, e con il viaggio l’apertura al dialogo verso gli altri popoli e il rispetto verso luoghi altri, lo spirito che guida chi ferma sulla carta i ricordi, con i disegni, con le parole e spesso con entrambe. Il gemellaggio più solido, per l’associazione Matite in viaggio, è quello con l’associazione francese Il Faut Aller Voir di Clermont Ferrand, che ogni anno offre alla sua mostra uno stand alle Matite veneziane, e con uguale puntualità invia un suo rappresentante a Mestre.



Il manifesto della mostra 2018, il ponte di Mostar disegnato da Barnaba Salvador, si presenta già come una chiara dichiarazione di intenti: i viaggi devono costruire un dialogo tra le genti; i luoghi devono essere conservati, amati e apprezzati per quei valori che nei secoli li hanno permeati. Ai visitatori della mostra si affida il compito di osservare con cura e con grande attenzione i taccuini per riscoprire civiltà e culture già incontrate oppure per recepire nuovi pensieri e progettare nuovi itinerari. La mostra, d’altra parte, fa scuola perché contribuisce a diffondere come buona pratica, oltre le frettolose visioni dell’oggi e oltre il turismo mordi e fuggi, il senso e il valore del viaggio lento, l’importanza del dedicare tempo alle cose, del concedersi lo spazio per la riflessione. Per vedere, e per mostrare, i luoghi e le genti sotto un’ottica completamente diversa: quella dell’interpretazione personale.

Una serie di conferenze accompagna l’esposizione: la prossima, venerdì 12 ottobre alle 18 con “La via delle perle. Sulla rotta dei velieri da Venezia al mondo”.

Novità di questa ottava edizione è poi l’istituzione del Premio Antonio Cocco con la funzione di esplicitare, didatticamente, il valore del viaggio e della scoperta personalissima che alla fine dell’itinerario l’autore ha elaborato.

“Matite in viaggio” si visita dal 10 al 14 e dal 17 al 21 ottobre al Centro Candiani di Mestre, dalle 16 alle 20. —



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