Colte e coraggiose studiose, ecco le donne “immortali” della Basilica

PADOVA. “Colte e coraggiose”. Si intitola così un particolare percorso di visita guidata che porterà alla scoperta delle figure femminili nel santuario antoniano.
Presente e passato
Storie di fede, ma anche di umanità attraverso cui leggere il passato e il presente. La Basilica non solo come luogo sacro ma anche luogo di cultura e vita sociale che offre sempre spunti di visita diversi, un luogo da esplorare, un libro da leggere e rileggere.
La sepoltura nel santuario era un onore riservato quasi esclusivamente agli uomini. Poche donne hanno potuto godere di un così grande privilegio e per molte di loro oltre al lustro del casato di appartenenza, hanno giocato un ruolo importante le doti o le virtù manifestate in vita. Questo inedito percorso è un modo per sottolineare, in chiave storica, artistica e devozionale, l’attenzione avuta da sant’Antonio per le donne che, come i bambini, erano i soggetti più deboli della società.
Un’attenzione che si ritrova nei miracoli del Santo, spesso andato in aiuto di donne, come la madre disperata per la morte del piccolo Tommasino, riportato in vita da Antonio, la ragazza annegata o la moglie che il marito crede adultera.

L’ingiusta accusa
In quest’ultimo caso, che purtroppo ricorda molti fatti di cronaca recente, l’uomo, convinto del tradimento della consorte, la picchia e le strappa i capelli, lasciandola moribonda. Lei invoca il Santo, che la salva e le riattacca i capelli, un gesto con cui le ridà simbolicamente la dignità di donna.
Protagoniste
Davanti ai sepolcri e ai monumenti che eternano la memoria di chi non c’è più, i partecipanti alla vista guidata conosceranno la storia e le vicende di donne, alcune illustri, altre meno conosciute, che hanno lasciato un’importante traccia nella nostra città e non solo. Scopriranno dipinti, affreschi e sculture che le ricordano e spesso le raffigurano: sante, studiose, figlie e mogli… donne.
Il percorso

Prima tappa del percorso sarà la figura della Madonna, alla quale frate Antonio era molto devoto, tanto da chiedere di essere sepolto nell’allora chiesetta di Maria Mater Domini, primo nucleo di quella che divenne poi la basilica antoniana. Poi si conosceranno altre figure femminili, da Santa Rosa da Lima a Santa Chiara passando per Lucrezia Dondi Dell’Orologio, Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, Bartolomea Scrovegni, Bettina Di San Giorgio e tante altre.
Donne con le loro storie, come quella tragica di Lucrezia Dondi, moglie del marchese Pio Enea degli Obizzi, «scelleratamente accoltellata, scannata nel 1654», o come quella di Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, la prima donna laureata al mondo nel 1678. La Biblioteca Antoniana conserva alcuni documenti riguardanti la sua tesi in filosofia discussa all’Università di Padova. Anche questo percorso è un modo per ricordare come al progresso e alle conquiste della civiltà hanno partecipato donne che a fatica si imposero e si emanciparono, fino a diventare protagoniste nella storia della nostra città. —
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