Con “I notturni d’arte” alla scoperta della Patavium romana

PADOVA. Stasera (sabato 29 luglio) i “Notturni d'Arte” fanno rivivere la Padova di Tito Livio, con una passeggiata archeologica dall’anfiteatro ai Giardini dell’Arena al teatro romano, nascosto sotto le acque del Prato della Valle, passando per il porto fluviale della città antica.
La serata è arricchita dal reading “I navigli di Livio” a cura dei Teatri Off Padova, con brani tratti da “Ab Urbe Condita” di Tito Livio letti dall’attore Loris Contarini, con l’accompagnamento musicale di Enrico Milani. Introduzione di Francesca Veronese, dei Musei Civici di Padova – Museo Archeologico. Appuntamento alle 21 in chiostro Albini dei Musei Eremitani.
Definita dalle fonti letterarie città straordinariamente ricca, la Padova di Tito Livio (morto duemila anni fa) era dotata di grandi edifici pubblici, di strutture templari, di edifici per spettacoli.
Tra questi un anfiteatro, oggi noto come Arena, di cui sopravvive solo il muro mediano, e un teatro, in seguito denominato Zairo, le cui strutture superstiti si trovano normalmente sotto l’acqua della canaletta che circonda l’Isola Memmia in Prato della Valle. Ai primi di luglio sono iniziati i lavori per la sua temporanea riemersione (riprenderanno in settembre).
Tra l’uno e l’altro si sviluppava la città, il cui tessuto era attraversato dal corso del Meduacus, fiume di imponenti dimensioni attraversato da ponti in muratura. Tra il ponte denominato San Lorenzo e il ponte Altinate, entrambi non più visibili dopo il tombinamento realizzato negli anni ’50 del Novecento, era situato il grande porto fluviale.
Dell’edificio teatrale ad oggi si conoscono solo alcuni dettagli: nel 1775, in occasione della risistemazione del Prato della Valle, venne fatto un rilievo delle strutture superstiti, di fatto corrispondenti alle fondazioni. Interventi di pulitura della canaletta realizzati in tempi più recenti ne hanno poi permesso una temporanea visione: le strutture sono attualmente situate a una profondità di circa un metro e mezzo dal piano del Prato della Valle e normalmente sono ricoperte dall’acqua.
La struttura aveva dimensioni imponenti. Il diametro massimo della cavea, ovvero delle gradinate su cui sedevano gli spettatori, doveva essere di circa 100 metri; l’altezza della struttura doveva raggiungere i 15 metri. In altre parole, Patavium poteva vantare uno dei più grandi teatri dell’Italia romana.
Il teatro andò in disuso dal IV secolo d.C., venendo utilizzato come cava di materiale lapideo: alcuni blocchi furono utilizzati nella nuova fase edilizia della basilica di Santa Giustina, altri per la costruzione del ponte di Rialto.
I biglietti costano 3 euro, da acquistare in prevendita negli uffici del Settore Cultura in via Porciglia 35, orario dal lunedì al giovedì 8.30-12.30, 15-18.30, venerdì 8.30-13.30, 14.30-16. sabato 8.30-13 (chiuso domenica e 15 agosto). I biglietti per la singola serata potranno essere acquistati la sera stessa solo se ancora disponibili.
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