Dentro il caos figurativo di Adrian Ghenie il pittore che ha “sconvolto” il mercato dell’arte

A Palazzo Cini opere inedite del giovane artista rumeno che ha aumentato di 160 volte in 10 anni le sue quotazioni



Le regole del “caos” figurativo di Adrian Ghenie.

C’è del metodo – e del calcolo, pur nell’apparente spontaneità – nella pittura neomanierista, camaleontica, barocca, eccessiva ed esplosiva, ma allo stesso tempo attentamente governata del quarantaduenne pittore rumeno di indubbio talento, sulla cresta dell’onda nel sistema dell’arte internazionale e le cui quotazioni sono aumentate di 160 volte negli ultimi dieci anni.

Basti pensare a un dipinto come “Nickelodeon” che François Pinault – uno dei primi a credere in Ghenie – acquistò nel 2008 per circa 60 mila euro, per poi rivenderlo otto anni dopo con la sua casa d’aste Christie’s a Londra, per 7, 1 milioni di sterline, con una fantasmagorica plusvalenza. Le quotazioni di Ghenie sono aumentate di 160 volte negli ultimi dieci anni. A lui Palazzo Cini a Venezia dedica da oggi al 18 novembre la sua tradizionale mostra di primavera, curata da Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’arte Della Fondazione Cini – in collaborazione con la Galerie Thaddaeus Ropac, che segue da vicino l’artista – che riporta Ghenie sulla scena lagunare dopo la partecipazione quattro anni fa alla Biennale Arti Visive, in rappresentanza della Romania.

La battaglia

Si intitola “The Battle between Carnival and Feast” (La Battaglia tra il Carnevale e la Festa) e propone un ciclo di nove tele in parte inedite e in parte ispirate anche alla storia e alla pittura veneziana, oltre che ad alcuni temi di attualità. Impossibile ad esempio non riconoscere il ciuffo di Donal Trump nei tre ritratti indistinti “alla Bacon” che Ghenie gli dedica in mostra. Anche se l’artista ha già dichiarato: «Nonostante quello che crede la gente, Bacon non è mai stata una fonte diretta di ispirazione per me. A questo punto della mia carriera, faccio quello che ho sempre fatto, rubo a tutti». Da Rothko, a Van Gogh, da Bacon a Henri Rousseau, Ghenie rielabora da tempo alla sua maniera nei suoi teleri la lezione pittorica di grandi artisti e così è anche a Venezia, con Barbero che ieri ha citato come argomento di discussione e ispirazione per la mostra prima di tutto Tintoretto.

L’uso della spatola

È interessante anche la tecnica di Ghenie che non usa il pennello per dipingere, ma piuttosto la spatola e uno stampo con una stesura del colore insolita e volutamente contraddittoria, in una pittura che sembrerebbe materica ma in realtà – guardandola da vicino – non lo è. L’apparente casualità di alcune delle immagini inserite nelle sue tele, deriva anche dall’uso di quelle di Internet come possibili “spunti” da fondere nel suo crogiolo figurativo, in uno stile volutamente ibrido e quasi cinematografico nella costruzione della composizione.

Sono quadri fatti per stupire, colpire, confondere e non a caso fanno anche largamente presa sui giovani, facendo di Ghenie l’alfiere – come ha sottolineato Barbero – di un nuovo ritorno alla pittura dopo l’ondata concettuale dell’ultimo ventennio. “The Raft” (La Zattera), il dipinto principale della mostra che troneggia solitario in una sala mostra una massa indistinta di piedi e di gambe su una zattera in un cielo e in un mare in tempesta, in una sorta di personale rielaborazione del tema del grande dipinto ottocentesco di Théodore Gericault, “La zattera della Medusa”, rivissuto nei gironi danteschi che sono diventate le migrazioni in mare nel Mediterraneo.

Gli fa quasi da contraltare “The Drowning” (L’Annegamento), altro grande telero che richiama l’idea di un gigantesco acquario con pesci e alghe marine, ma cui galleggia però un cadavere parzialmente decomposto. «Sono alla ricerca di un tipo di pittura che possa in qualche modo preservare la tradizione e la storia del mezzo espressivo ma che sia anche capace di rompere completamente con la pittura del ventesimo secolo», ha ripetuto di recente Ghenie a proposito del suo lavoro. Obiettivo più che ambizioso – a dispetto della sua riservatezza, anche ieri era assente – per questo giovane artista rumeno capace di fare subito breccia nel sistema internazionale dell’arte. —



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