Feltre La bellezza a strati del borgo verticale

Un antico borgo ai piedi delle Dolomiti, fatto di sovrapposizioni altimetriche e storiche. Ma anche del linguaggio architettonico di città di pianura incastonata tra i monti, della preziosità archeologica di un municipium romano, dello splendore medievale della città murata e di quello rinascimentale della città dipinta. Feltre è un “borgo verticale” ricco d’arte, da conoscere indagando tra gli strati della sua lunghissima storia.
Partendo dal Duomo
Un itinerario alla sua scoperta può partire dal Duomo che, come gran parte degli edifici della città, fu incendiato nel 1510, durante la guerra mossa dalla Lega di Cambrai contro Venezia. E che, rimaneggiato più volte, conserva le sue forme rinascimentali della prima ricostruzione. La ricchezza degli interni (e la cripta realizzata intorno all’anno Mille), dichiarano l’importanza di una Cattedrale che sorge curiosamente ben lontano dalla piazza centrale della città secondo una precisa scelta, poiché sotto il sagrato si apre un’ampia area archeologica che svela un tratto di quartiere urbano del centro dell’antica Feltria, che nel II sec. a. C. si sviluppò in una zona già occupata da un insediamento più antico (VI sec. a. C.). La grande e luminosa sala ipogea rende immediato immergersi tra le strade e la vita quotidiana letteralmente sepolte dal tempo.
Da piazza del Duomo, salendo lungo la storica scalinata del Battistero, si raggiungono le imponenti mura quattrocentesche della città. Da Porta Pusterla iniziano le Scalette Vecchie, una scalinata medievale coperta che conduce sulla sommità del Colle delle Capre, cuore della città di ieri e di oggi. Si arriva così in Piazzetta della Biade, dove si affaccia il cinquecentesco Palazzo della Ragione con il loggiato attribuito ad Andrea Palladio. E inizia anche un autentico museo all’aperto con facciate di palazzi affrescate, porticati e architetture che uniscono il gusto nordico a influssi lagunari e affacciano a Piazza Maggiore, in realtà intitolata a Vittorio Emanuele II.
Qui, dopo l’incendio del 1510, la ricostruzione cercò di adattare quanto rimasto, partendo probabilmente dal recupero dalle Fontane Lombardesche (1400), acquedotto costituito da grandi vasche in pietra sul quale fu edificata (nel Cinquecento) la chiesa dei SS. Rocco e Sebastiano. A destra, il medievale Castello di Alboino, ricostruito nel 1500, delle cui quattro torri originali restano la Torre dell’Orologio e la torre “del Campanon”, simbolo della città. A ovest, l’ottocentesco palazzo Guarnieri, in stile neogotico.
La discesa
Da Piazza Maggiore si può ridiscendere lungo via Mezzaterra, contornata da facciate rinascimentali splendidamente affrescate; risalendo la pittoresca via Paradiso si può visitare il Palazzo Vescovile recentemente restaurato, sede del Museo Diocesano di Arte Sacra: lo stupendo edificio e le oltre 250 opere, alcune di enorme pregio e rarità, si integrano per raccontare tante straordinarie storie d’arte e di fede. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova