“Finché c’è prosecco c’è speranza”

A Col San Giusto il prosecco è una cosa seria, lì dove «i morti vengono seppelliti in piedi per non sottrarre spazio ai vigneti». Eppure c’è chi, come il conte Ancillotto (Rade Šerbedžija), signore...
Una foto di scena tratta dal film di Antonio Padovan, Finché c'è prosecco c'è speranza, tratta dall'omonimo libro di Fulvio Ervas (edito da Marcos y marcos), che debutta in Panorama Italia Kino/Alice alla Festa del cinema di Roma, per poi uscire in sala il 31 ottobre con Parthenos, 29 Ottobre 2017. ANSA/ UFFICIO STAMPA +++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY +++
Una foto di scena tratta dal film di Antonio Padovan, Finché c'è prosecco c'è speranza, tratta dall'omonimo libro di Fulvio Ervas (edito da Marcos y marcos), che debutta in Panorama Italia Kino/Alice alla Festa del cinema di Roma, per poi uscire in sala il 31 ottobre con Parthenos, 29 Ottobre 2017. ANSA/ UFFICIO STAMPA +++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY +++
A Col San Giusto il prosecco è una cosa seria, lì dove «i morti vengono seppelliti in piedi per non sottrarre spazio ai vigneti». Eppure c’è chi, come il conte Ancillotto (Rade Šerbedžija), signore del prosecco, si batte per non sfruttare la terra oltre ciò che può naturalmente offrire. Il suo inspiegabile suicidio innesca l’indagine dell’ispettore Stucky (Giuseppe Battiston) che si trova coinvolto in una serie di omicidi legati alla morte del conte e a un cementificio del posto. La trama di “Finché c’è prosecco c’è speranza”, esordio alla regia di Antonio Padovan - designer di Conegliano, newyorchese di adozione -, dal romanzo di Fulvio Ervas, non si perde in troppi rivoli, prediligendo all’impianto narrativo la costruzione dei personaggi: facce convincenti (dal protagonista al suo diretto superiore Roberto Citran; dall’appuntato al matto del villaggio) che ispirano empatia, colmando per quanto possibile le fragilità di un’opera prima che omaggia Mazzacurati (soprattutto quello di “Notte italiana”) e denuncia il doppio volto di un Veneto pulito ma allo stesso tempo cinico e affarista. Un noir ecologista che fatica a smarcarsi da una dimensione televisiva (con un uso esageratamente cartolinesco delle riprese aeree), anche se, come il vino che racconta, va benissimo per un aperitivo senza troppe pretese.


Marco Contino


Durata: 101’. Voto: **½


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