Gli Scacchi e l’Arena ecco De Gregori in versione orchestra

MAROSTICA. Il 10 luglio sarà nella Piazza degli Scacchi a Marostica; il 20 settembre all’Arena di Verona. Francesco De Gregori è appena partito da Roma con il nuovo tour che lo vede, in formula assolutamente inedita, accompagnato da una orchestra sinfonica. È il De Gregori & Orchestra – Greatest Hits Live: tutta l’attenzione torna alla musica, alle canzoni. Ventidue quelle in scaletta (che rimarrà pressoché fissa per tutto il tour), «le più adatte a compenetrarsi con l’orchestra» (sacrificati dunque i pezzi più ritmici), con l’apertura tutta strumentale affidata a “Oh Venezia”. Torna anche “Pablo”, «che trova la giusta dimensione con l’orchestra, ma non è un pezzo ideologico e io non sono diventato un rivoluzionario, era ispirato ai Malavoglia e agli ultimi nel mondo» dice De Gregori.
Una nuova veste cucita addosso ai brani più di successo della sua lunga carriera. «Le canzoni sono qualcosa di vivo, non si può pensare che rimangano inalterate nel tempo. La musica è liquida, cambia. Sta all’onestà dell’interprete riconoscere i cambiamenti avvenuti e non imporre al pubblico il restauro di un tabernacolo: io non ci sono più, non ci sono più quegli impianti, quei musicisti. Panta rei», spiega De Gregori.
Quanto all’orchestra: «Non ho mai fatto una cosa del genere, ma a un certo punto un artista deve farsi tentare dal suono orchestrale» dice. «È inevitabile: l’orchestra cambia tutto, produce timbriche e dinamiche già nascoste nelle canzoni, aumentandone le potenzialità e facendomi scoprire sorprese. Il mutamento è un privilegio delle canzoni rispetto ad altre forme espressive, come un quadro o un film. Chi scrive se lo può permettere e io me lo permetto», afferma senza timore di essere smentito. Rifiuta però di essere considerato «storia». «Mi sento un uomo di spettacolo, ho scritto canzoni che sono piaciute, alcune rimarranno più di altre, ma non voglio monumentalizzarle». —
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