L’altra parte di “noi” è un’ossessione che ci insegue attraverso i decenni

I sosia esistono. E ci odiano tutti. È questo che traspare in modo evidente da “Noi”, horror sociopolitico diretto da Jordan Peele, al suo secondo film dopo “Scappa – Get out”.
Ambientato tra il 1986 e i giorni nostri, lungo la costa della California, il film ha come protagonista Lupita Nyong’o, nel ruolo di Adelaide, una donna che torna nella casa d’infanzia al mare con il marito Gabe e i due figli per una vacanza estiva. Tormentata da un trauma irrisolto nel passato, da quando aveva incontrato il suo doppio, Adelaide sente crescere e materializzarsi la sua ossessione e capisce che qualcosa di brutto sta per accadere. Dopo una giornata trascorsa in spiaggia con gli amici, Adelaide e la sua famiglia tornando a casa incontrano qualcuno sul vialetto d’accesso. Le ossessioni di cui parla Peele sono quelle che capitano a tutti e cui spesso ricorre il film di genere: il sosia cattivo che cerca di ucciderti, la casa degli spiriti del Luna Park che nasconde l’accesso al mondo sotterraneo e parallelo.
Il taglio horror che il regista assegna al film alterna gli zombi di Romero e il thriller sociale. In realtà, oscillando tra gli anni ’80 e oggi, Peele conferma una versatilità narrativa che fa emergere una forte connotazione di critica sociale. I neri resistono alle tragedie di più e meglio dei bianchi, quasi mostrassero una resilienza atavica, consolidatasi sul campo e nel tempo. Ma sono anche dotati di un humour autoironico dagli effetti salvifici: così “Noi” stempera la durezza brutale dell’horror ricorrendo al fuoricampo e al non visto. Meno esplicito di altri esempi del genere, il film di Jordan Peele insiste sul tema del doppio, andando oltre il razzismo che contraddistingueva “Scappa-Get out”, con risvolti che guardano agli Stati Uniti di oggi. Ma soprattutto il doppio gioca costantemente col suo alter ego, in un rimando di specchi e di immagini al punto, come nel labirinto della casa degli spiriti, da smarrire la strada (anche allo spettatore) e, soprattutto, il soggetto: chi è il doppio e di chi? —
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