Mostra del Cinema Annette Bening presidente della giuria

VENEZIA. Sarà l’attrice statunitense Annette Bening la presidente della giuria della 74a Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, quella che assegnerà i Leoni d’oro per i migliori film e i premi ufficiali del concorso.
Bening interrompe un’assenza di donne al vertice della principale giuria veneziana che risale al 2006, quando fu Catherine Deneuve a ricoprire questo ruolo: prima della diva francese vi erano state altre quattro donne presidente a partire dal 1980, quando Carlo Lizzani aveva reintrodotto la competizione e i Leoni.
Fu proprio una signora la prima presidente della rinascita veneziana, dopo gli anni Settanta non competitivi, la grande sceneggiatrice Suso Cecchi D’Amico, seguita da Sabine Azéma (1987), Jane Campion (1997), Gong Li (2002) e, appunto, la Deneuve (2006).
Ai nostri occhi di europei, la figura di Annette Bening appare meno eclatante delle dive francesi, della musa del cinema cinese o della regista neozelandese di “Lezioni di piano” e “Ritratto di signora”.
Tuttavia l’attrice americana, originaria del Kansas, appartiene a tutti gli effetti allo star system - quattro le sue nomination agli Oscar in 25 anni, due Golden Globe vinti e molti altri premi - e in particolare alla parte più vivace e critica di Hollywood.
Sono note ad esempio le sue prese di posizione a sostegno del Partito Democratico, a fianco del marito Warren Beatty, con cui ha una solida unione e una famiglia numerosa con quattro figli, a dispetto della celebre fama di “tombeur de femmes” del regista di “Reds” e “Dick Tracy”, più vecchio di lei di circa vent’anni. Si sono incontrati nel 1992 sul set di “Bugsy” ed è stato amore a prima vista.
Dal punto di vista professionale Annette Bening inizia col teatro ed esordisce a Broadway negli anni Ottanta, alla fine dei quali viene notata anche dal cinema e debutta nella commedia brillante “Non è stata una vacanza… ma una guerra” (1988) di Howard Deutch, a fianco di Dan Aykroyd. La sua versatilità emerge sin dai film successivi, quando interpreta la marchesa di Merteuil in “Valmont” (1989), la versione di Milos Forman delle “Relazioni pericolose” di Choderlos de Laclos.
Ma è con il ruolo drammatico di Myra in “Rischiose abitudini” dell’inglese Stephen Frears che Bening riceve la sua prima nomination (come non protagonista), poi bissata nella cinquina principale per la figura di Carolyn - agente immobiliare ambiziosa quanto frustrata dalla crisi incombente - di “American Beauty” (Sam Mendes, 1999) e di “La diva Julia - Being Julia” (István Szabó, 2004).
L’ultima nomination è del 2011, con “I ragazzi stanno bene” di Lisa Cholodenko, dove interpreta la compagna di Julianne Moore, in un film che sottolinea il problema della paternità in una coppia omosessuale. La sua interpretazione più recente è “20th Century Women” di Mike Mills, grazie alla quale ha ottenuto la sua ottava candidatura ai Golden Globe.
A teatro spazia da Shakespeare a Cechov, da Bennett a Ibsen, sino alla tragedia di “Medea”. Come si vede una duttilità ampia, sottolineata anche dal direttore della Mostra, Alberto Barbera, che presentandola ha parlato di un’attrice dalle «scelte sempre interessanti e spesso coraggiose, raffinata e istintiva, capace di sfumature complesse».
La neopresidente ha risposto manifestando impazienza di lavorare per Venezia che, presentata il prossimo 27 luglio, si terrà al Lido dal 30 agosto al 9 settembre. Speriamo che durante la serata finale non venga toccata dalla gaffe da Oscar del marito, che sbagliò ad aprire la busta con l’indicazione del miglior film, lo scorso febbraio, a Los Angeles.
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