Valle dei Mulini, in cammino guidati dal canto dell’acqua

A Gallio, sull’Altopiano, lungo il sentiero che racconta la generosità della natura e l’ingegno dell’uomo 

GALLIO (Vicenza). È un suono lieve, continuo, quello che accompagna gli escursionisti lungo la Valle dei Mulini. È il suono dell’acqua, inconsueto tra i carsici monti dell’Altopiano. Ma nel territorio di Gallio, una geologia singolare assicura copiose sorgenti di acqua perenne tra cui la Covola, che poi diventa il torrente Frenzela, affluente dell’Adige.

Già nel Medioevo, quell’acqua veniva incanalata per generare forza motrice, e arrivò ad alimentare contemporaneamente otto ruote per macinare frumento e orzo, per segare il legname e frantumare la corteccia degli abeti bianchi per ottenere il tannino impiegato nella concia delle pelli.


Tracce dal passato

L’abbondanza d’acqua, l’estensione dei boschi circostanti e la vicinanza con l’antica via della Val Frenzela verso la Valstagna e al Fiume Brenta, diede vita a un vero e proprio insediamento proto-industriale, menzionato già nel 1598 negli atti della Serenissima. Passeggiare lungo lo stretto corso della Covola, ammirarne i piccoli salti e i frondosi sentieri è anche percorrere un viaggio nella storia, incontrando lungo il cammino gli storici edifici, alcuni restaurati e altri che raccontano le loro storie e funzioni con i ruderi tra una rigogliosa flora igrofila alquanto inusuale sul carsico Altopiano.

Il percorso è piuttosto semplice e adatto anche ai bambini (non a carrozzine e passeggini), ma l’umidità rende scivoloso il terreno e sono indispensabili adeguate calzature e molta accortezza. Ben segnalato già dal centro di Gallio, inizia proprio dalla sorgente che sgorga da una fessura orizzontale della roccia, nei pressi dei resti dell’unico edificio risparmiato dalla Grande Guerra, trasformato nel 1916 dal Genio Militare in centrale idroelettrica e stazione di pompaggio per l’acquedotto che portava l’acqua fino alle linee del monte Zebio.

Dopo la guerra riprese a funzionare come mulino, ma fu abbandonato negli anni Cinquanta. Epoca in cui anche i vicini lavatoi smisero di essere utilizzati grazie all’arrivo dell’acqua corrente nelle abitazioni. Dopo decenni di abbandono, una ventina d’anni fa furono risistemati il sentiero, l’area della sorgente e dell’edificio militare e sono stati riportati alla luce i ruderi dei primi opifici, nascosti da crolli e vegetazione.

L’antica contrada

Grazie al restauro e alla costante manutenzione, dai lavatoi si può percorrere la discesa al fondovalle, durante la quale passerelle e corrimano consentono di arrivare a ridosso delle case dell’antica contrada, per lo più costruite su terrazzi lungo il pendio: edifici in pietra a vista allineati in verticale accanto alla canaletta artificiale che deviava l’acqua dal torrente per far girare le ruote.

La ricostruzione degli ultimi anni ne ha messo in evidenza le peculiarità, riattivato qualche ruota ed evidenziato i grandi mortai per “pestare le scorze”, ovvero ridurre in polvere la corteccia di abete bianco per ricavare il tannino. Attività che si svolgeva soprattutto nella vicina Contrada Fontana, presso l’altra sorgente a nord di Gallio, il Pach. 

 

LA SCALINATA

La Val Frenzela è sempre stata una valle importante per l’Altopiano perché una frattura geologica del Canale del Brenta la pone in diretta comunicazione con Valstagna. La prima alternativa a questo collegamento naturale fu, nel XIV secolo, la realizzazione della celebre Calà del Sasso di Asiago, che con i suoi 4444 gradini in pietra è la scalinata più lunga del mondo. 
 
IL MUSEO
 
Il terreno carsico dell’Altopiano di Asiago provoca la quasi immediata scomparsa dell’acqua, anche dopo una pioggia o il disgelo. Poiché sfuggente, nell’Altopiano è da sempre valorizzata come primaria nella vita, nel lavoro, nell’immaginario. E a Kaberlaba, poco distante dal centro di Asiago, le è stato dedicato un museo. (museodellacqua7comuni.it). 
 
IL SANTUARIO
 
Dalla Valle dei Mulini si può anche facilmente raggiungere il piccolo Santuario della Madonna del Buso e il breve canyon cui deve il nome. Luoghi cui ci si può arrivare anche dalla contrada Campanella di Gallio, seguendo per Stoccareddo e arrivando al Santuario in auto. Da lì, in pochi minuti di cammino, si raggiunge “il Buso”, la forra scavata dal torrente Frenzela. 
 
IL PANORAMA
 
Per i più esperti che non temono un’ulteriore oretta di salita tra i boschi, lasciato il sentiero dei mulini alle spalle, attraverso il bosco si può arrivare alla spianata di malga Stenfle, sul bordo della Val Frenzela. Dagli ampi pascoli si può ammirare un esclusivo panorama sulla Meletta di Gallio e sul Monte Fior, e scorgere in lontananza il Monte Grappa. 
 
 
Dove: la valle dei Mulini, o Val Frenzela, è una delle poche valli dell'Altopiano di Asiago in cui scorre l'acqua in superficie. 
 
Come: un agevole sentiero nei boschi di Gallio, seguendo il corso del torrente e scoprendo il fascino degli antichi mulini. (gallio.it) 
 

 

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