Sequestra l’ex amante e figlio di 5 anni, arrestato dopo una fuga di 100 chilometri

Il rapimento a Borgoricco, la fuga per il Veneto, il blitz dei Carabinieri in provincia di Trento. Il rapitore minacciava di uccidere la donna e il figlio con un coltello: nel bagagliaio scotch e fascette

Edoardo Fioretto
I controlli dei carabinieri sull'auto del sequestro
I controlli dei carabinieri sull'auto del sequestro

Per quanto imprevedibile, tutto avrebbe lasciato pensare che l’epilogo del rapimento si sarebbe consumato nel sangue. Un 33enne di origini albanesi è stato fermato dai carabinieri di diversi comandi del Triveneto dopo una fuga di 100 chilometri attraverso quattro diverse province nella mattinata di venerdì 5 luglio. In auto con lui, sotto minaccia di morte, una donna di 26 anni con il figlio  di 5 sequestrati la mattina davanti all’asilo di Borgoricco. L’azione dei militari dell’Arma con cui hanno bloccato il rapitore e liberato gli ostaggi, è avvenuta a Grigno (Trento).

Il sequestratore era stato condannato in primo grado per stalking ai danni della stessa 26enne nel luglio 2023: i due avevano avuto una relazione affettiva di un anno e mezzo, al termine della quale lei aveva scelto di rompere. Lui non aveva accettato la decisione, innescando una lunga catena di vessazioni, tra messaggi e minacce. Dopo il carcere, Ardair ha elaborato il piano e il sequestro di venerdì. Da settimane controllava l’auto della donna con un Gps.

Rapiti all’entrata dell’asilo

La donna di 26 anni alle 8 del mattino di venerdì 5 luglio si stava recando all’asilo per accompagnare il figlio, quando alle 8.30 a Borgoricco (Padova) è stata avvicinata da uno stalker che già in passato si era reso colpevole di reiterate violenze psicologiche nei suoi confronti. Durante il sequestro ha minacciato la 26enne dicendole che le avrebbe fatto fare «la fine di Giulia Cecchettin».

L’uomo si chiama Tari Ardair, 33 anni, originario dell’Albania e residente a Silea (Treviso). Fino al 2023, prima della carcerazione, era stato titolare di un salone di parrucchieri a Castelfranco Veneto. Nel luglio 2023 viene condannato in primo grado per stalking e tentata violenza privata (è prosciolto invece per l’accusa di violenza sessuale, «perché il fatto non sussiste», si legge nella sentenza) nei confronti della 26enne. Viene condannato a un anno e otto mesi, e deve scontare la pena ai domiciliari.

Nel novembre 2023 viene scoperto fuori dalla sua abitazione, ed è costretto a scontare il resto della pena nel carcere di Santa Bona, a Treviso. Esce il primo maggio dopo una sentenza di secondo grado che commuta la pena detentiva in servizi socialmente utili, mentre su di lui resta in vigore la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla 26enne. Divieto che infrange venerdì mattina.

Alle 8:10 Ardair scende dalla sua auto e sale in quella della donna dove all’interno si trova anche il figlio di 5 anni. Scatta quindi il piano criminale, la fuga di 100 chilometri attraverso le provincie di Padova, Treviso, Vicenza e Trento. Per mantenere il controllo il 33enne minaccia la donna e il bambino con un coltello. Nel bagagliaio invece si cono fascette, scotch, una mazza da baseball e un piede di porco.

Il marito telefona ai carabinieri

Moglie rapita da uno stalker seriale, la drammatica telefonata del marito al 112

Dopo circa mezz'ora, intorno alle 9, il marito della 26enne si preoccupa per il mancato rientro a casa della moglie: chiama allora il 112 e risponde l’appuntato Marino Pistore della sala operativa dei carabinieri di Cittadella (Padova).

«Mia moglie mi ha detto che va tutto bene, ma dalla voce ho capito che c’è qualcosa che non va», spiega il marito all’operatore della sala operativa. Segue un botta e risposta col centralino: due chiamate. La prima dura un minuto e mezzo, la seconda due minuti e quarantacinque secondi. Nella prima il marito della donna sequestrata spiega i precedenti giudiziari all’operatore. Nella seconda, più intensa, racconta la situazione di pericolo in cui si trova la donna e il minore.

«Mia moglie ha un coltello alla gola, Ardair mi ha detto di chiamarvi e dirvi che è tutto ok. Dice che se vede i carabinieri ammazza mia moglie e il bambino», spiega il marito. L’operatore del centralino avvisa che i soccorsi sono in azione. «Adesso mandiamo una macchina», rassicura il carabiniere. «Io sono sempre in diretta con loro, se riuscite rintracciate il numero», risponde il marito. «Sì, adesso proviamo a fare anche quello», conclude il militare.

Dopo avere inteso la situazione di pericolo, l’appuntato Pistore tentati mettersi in contatto con la 26enne. «Ha risposto al telefono dopo alcuni tentativi. Mi ha detto che stava per iniziare il turno di lavoro, ma ho capito che qualcosa non andava. Di sottofondo sentivo le parole del figlio di 5 anni, che in realtà doveva già essere all’asilo, e la voce della donna sembrava strana», spiega il militare. Intesa la gravità della situazione, si attiva allora la macchina dei soccorsi.

Il sequestratore urlava alla donna rapita con il figlio: «Ti faccio fare la fine di Giulia Cecchettin»
Mazza, fascette e scotch sequestrati al sequestratore

La caccia all’auto

L'alert è stato esteso a tutto il Veneto e alle regioni limitrofe. I carabinieri attraverso l'attivazione di una capillare localizzazione tecnica autorizzata dalla Procura padovana, con il supporto dei sistemi di rilevazione targhe dislocati lungo le arterie stradali, sono riusciti a localizzare il veicolo, sempre condotto dall'uomo che, brandendo il coltello, teneva in ostaggio la donna e il bambino.

A tale scopo sono state impiegate sia le telecamere del traffico, sia i Targa system, passando anche dall’intercettazione dei cellulari della vittima e del rapitore. Una volta inteso l’itinerario dell’auto, dopo alcuni tentativi di depistaggio attraverso dei cambi di direzione, è scattato il pedinamento da parte di alcuni militari in borghese del Norm.

Sequestra una donna: «Ti faccio finire come Giulia Cecchettin»

L’auto di cui il sequestratore è alla guida, una Ford Focus SE station wagon di colore blu, da Borgoricco viaggia prima verso Castelfranco Veneto (Treviso), quindi cambia direzione verso Bassano del Grappa (Vicenza). Alla fine l’auto imbocca la Strada statale 47 Valsugana in direzione Nord, verso la provincia autonoma di Trento.

L’inseguimento è proseguito per circa un centinaio di chilometri fino a Grigno (Trento). I militari dell’Arma hanno atteso quindi il momento più propizio per entrare in azione. Il momento arriva intorno alle 12:00 della stessa mattina. L’auto del sequestratore rallenta all’altezza della piazzola di sosta, quindi di ferma. I militari che seguono l’auto in borghese scendono rapidamente dai veicoli e con un blitz fulmineo estraggono il sequestratore dal sedile del guidatore. 

In un’azione lampo, la donna e suo figlio sono stati liberati, mentre il 33enne albanese è stato ammanettato. In questa fase sono intervenuti anche i militari di Bassano del Grappa (Vicenza) e di Borgo Valsugana (Trento). Ardair, il rapitore, è stato arrestato con le accuse di sequestro di persona, rapina aggravata (la fuga è avvenuta sull’auto della donna), minaccia aggravata, violenza privata e violazione del provvedimento di divieto di avvicinamento alla 26enne.

«Alla fine i carabinieri sono arrivati e hanno fermato il cattivo, proprio come spiderman», sono le parole con cui il bambino di 5 anni ha ringraziato i militari dell’Arma, subito dopo il blitz. Nel viaggio di ritorno a casa, ancora spaventato, il minore ha poi chiesto di poter dormire tra le braccia di un militare in uniforme «per sentirsi più sicuro», ha riportato il comandante provinciale dei carabinieri Michele Cucuglielli durante la presentazione dell’operazione nel corso di una conferenza stampa nella sede del comando territoriale di Padova.

Lunedì 8 luglio Ardair sarà sentito dal pm per la convalida dell’arresto: l’uomo è stato incarcerato a Trento, ma presto potrebbe essere trasferito al Due Palazzi di Padova, città in cui si svolgeranno le fasi processuali per i reati che saranno contestati dall’autorità giudiziaria.

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