A Curtatone nella periferia mantovana c'è il Museo dei madonnari

Qui, dal 14 al 17 agosto di ogni anno, accade un piccolo miracolo: la piazza viene ricoperta da centinaia di disegni a gessetto

Prima della fotografia erano i madonnari a far conoscere le Madonne di Tiziano, Raffaello, Tintoretto. Oggi questi artisti di strada, secolari cultori dell'arte sacra, si ritrovano nel giorno dell'Assunta sul selciato di Grazie, piccola contrada del comune di Curtatone in provincia di Mantova. Che meraviglia il piazzale lastricato con le loro creazioni.

Accade dal 1973,  quando la giornalista Maria Grazia Fringuellini insieme a Gilberto Boschesi avviano il concorso nazionale per madonnari. Poco lontano il museo ne racconta l'arte senza snaturarla.

Niente può intrappolare opere così effimere, disegnate sotto la volta del cielo, lasciando che la pioggia e il vento se le portino via. «Non potendo conservare le opere, il nostro museo dal 1994 ne conserva la storia con fotografie e documenti» dice Marina Ferrari, presidente della locale Pro Loco che gestisce il piccolo museo allestito negli spazi messi a disposizione dal Comune.

Dentro si trovano i pionieri Vittorio Caringella, Francesco Morgese o Francesco Prisciandaro che dipingevano da autodidatti con polveri e carboncini. Decisamente naif Toto De Angelis, in arte Straccetto, e le versioni 3D firmate da Kurt Wenner mentre Andrea Bottoli gioca con l'anamorfosi, un fenomeno ottico per cui l'immagine vista a occhio nudo appare distorta ma si “raddrizza” adoperando uno specchio ricurvo. Una serie originale di formelle di terra battuta, amalgamata con paglia, albume e pigmenti ripercorre le origini dell'arte madonnara, in costante dialogo con il Centro Italiano Madonnari (Cim) diretto da Paola Artoni, dove la materia dei sogni diventa realtà.

Il madonnaro più famoso compare nel film di Mary Poppins nei panni di un estroso spazzacamino. E’ Bert: cappello rovesciato, gessetti colorati. Tratteggiava paesaggi incantati, scenografie di un viaggio felice finché non arriva l'acquazzone a rovinare tutto. Molto prima di Hollywood questa antica arte di strada aveva conquistato il mondo. I dipintori a terra arrivarono in Italia, fino a fermarsi a Curtatone nel Mantovano, oggi capitale dell'arte madonnara.

E qui, dal 14 al 17 agosto di ogni anno, accade un piccolo miracolo: la piazza viene ricoperta da centinaia di disegni a gessetto. Figure sacre popolano il suolo in un tripudio di vesti sgargianti, pose che rievocano i Vangeli, forme lasciate alla fantasia degli autori che arrivano portando con sé un bagaglio di cromatismi: le ocre del Perù, i rossi dell'Africa, i blu della Cina.

«II madonnaro fa due spettacoli: traccia l'opera sull'asfalto, spalma il colore, lo trasforma in immagine, ed è un qualcosa di primordiale che ricorda i graffiti nelle caverne. Il secondo spettacolo è il pathos con il pubblico, che vede l'artista intento a tratteggiare la sua preghiera. C'è un ritorno alle origini» dice Marina Ferrari.

Il Museo dei Madonnari, diretto da Paola Artoni con il contributo della conservatrice Raffaella Marastoni, dialoga con il territorio e ne diventa cassa di risonanza durante tutto l'anno. «La particolarità del museo risiede nel rendere stabile qualcosa che nasce effimero. È stato pensato come un posto che mantiene viva la memoria dei madonnari venuti nel nostro piazzale del Santuario, artisti a tutto tondo. 

«Vogliamo conservare la tradizione e tramandarla alle nuove generazioni» conclude Ferrari «il museo è lo scrigno sempre fedele alla natura labile dell'arte madonnara».

Info. Museo dei Madonnari

Piazzale Santuario, angolo Madonna della Neve n.29 a Grazie di Curtatone (MN)
Aperto venerdì (15-18), sabato e domenica (10.30-12.30 e 15-18). Ingresso gratuito (con possibilità di un'offerta responsabile) Informazioni e  prenotazione gruppi 0376 349122 o museo.madonnari@curtatone.it Sito www.comune.curtatone.mn.it

Argomenti:piccoli musei

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