La moglie dell'operaio morto folgorato"Ucciso da turni di lavoro massacranti"
"Chiedo giustizia, per me e per i nostri bambini di 3 e 6 anni. La ditta dovrà pensarci". Parla Nunzia Abate, 29 anni, la moglie di Luigi Borrelli, folgorato sui binari a Campo di Marte. E il collega di lavoro Salvatore Autiero: "Gino è stato ucciso dai turni massacranti cui lo sottoponeva l’impresa"

Luigi Borrelli (il primo a destra) con un amico
PADOVA.
«Chiedo giustizia, combatterò con tutte le mie armi per ottenerla. Il signor Rossi la pagherà, ora che non c’è più mio marito è lui che deve pensare ai miei figli». Nunzia Abate, 29 anni, è un fiume di lacrime e rabbia. Il corpo di suo marito, Luigi Borrelli, 31 anni di Napoli, giace poco distante dentro una cella frigorifera all’obitorio, in attesa dell’autopsia che sarà svolta questa mattina.
Il pubblico ministero Paola De Franceschi sta attendendo di acquisire gli atti dello Spisal. Al momento non ci sono indagati. Giovedì pomeriggio l’operaio è rimasto vittima di una violenta scarica elettrica in un cantiere a Campo Marte. Il signor Rossi è il proprietario della ditta Gfc (Generale costruzioni ferroviarie) con sede a Grottaglie (Taranto). «Non doveva trovarsi lì, la sede di Gino (com’era comunemente conosciuto il defunto) era a Mestre, nella tratta Milano - Venezia. Non so perché prestasse servizio a Padova, era il primo giorno che operava qui». Gino, oltre alla giovane moglie, lascia due maschietti di 3 e 6 anni. I bambini ancora non sanno della tragedia: «Come faccio a dirglielo - si dispera ancora Nunzia - era un padre ed un marito esemplare».
LO SFOGO.
La coppia si era conosciuta circa tredici anni fa, l’amore era stato prima suggellato dalle nozze celebrate il 12 ottobre 2002, poi la nascita dei due figli, il più grande dei quali frequenta appena la prima elementare. Il trentunenne, diplomato geometra, lavorava nel Triveneto da circa due anni e mezzo. Ogni mese, ad intervalli di dieci-quindici giorni, tornava nella città partenopea per riabbracciare la propria famiglia. «Poi doveva recarsi al cantiere, trasferte estenuanti - lamenta Nunzia - a bordo di furgoncini insieme ai colleghi. Dopo ore di strada dovevano già mettere mano agli arnesi».
IN OBITORIO.
Davanti all’obitorio si raccolgono una dozzina tra parenti ed amici, tutti provenienti in fretta e furia dal capoluogo campano. Chiedono giustizia: «Abbiamo incaricato lo studio Moro di Padova, specializzato in incidenti sul lavoro, di scavare in questa vicenda e stabilire ogni responsabilità - rincara Lucio Abate, 37 anni, fratello della vedova - mio cognato era un maniaco del mestiere, sempre scrupoloso ed attento. Il tratto ferroviario dove è morto non doveva essere privo di energia elettrica?».
GLI AMICI.
Alle undici di mattina gli amici ed i parenti di Gino Borrelli sono tutti in stazione, davanti all’ufficio della Polfer. Tra di loro lo zio Aniello Guio, il nipote Aniello Migliacco ed il compagno di lavoro, Salvatore Autiero. Sono tutti distrutti dal dolore. «Il mio grande amico Gino è stato ucciso dai turni massacranti a cui lo sottoponeva l’impresa e dalle particolari condizioni di lavoro in cui era costretto ad operare - sottolinea Autiero, con le lacrime negli occhi -. Gino, quando è morto l’altro pomeriggio, era già al suo secondo turno di servizio consecutivo. Praticamente non aveva dormito tutta la notte precedente. Se Gino ha finito i suoi giorni a Padova è perché durante l’intervento effettuato a Campo Marte dall’impresa del Gruppo Rossi non sono state rispettate tutte le norme di sicurezza. Primo: Gino è stato fatto salire sul palo senza la scorta dei ferrovieri di Rfi. Secondo: il filo dell’alta tensione era ad una distanza di soli 40 cm, quando ne sono previsti 150. Terzo: in genere questo tipo di lavori non vengono effettuati quando piove».
REAZIONI.
«Il presidente Zaia, che giustamente ad ogni occasione ricorda i suicidi degli imprenditori veneti, cominci ad aprire gli occhi anche sul flagello che colpisce il Veneto quasi ogni giorno: le morti sul lavoro», dice il consigliere regionale del Pd Piero Ruzzante.
Argomenti:incidenti sul lavoro
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