Strage di Mestre,chiesa semideserta due anni dopo per le 22 vittime del bus

Tutte le istituzioni cittadine presenti alla celebrazione ma pochissimi cittadini. Il raccoglimento sul luogo della tragedia. Il patriarca Moraglia: «Impossibile dimenticare»

La veglia in ricordo delle 22 vittime della strage del cavalcavia di Mestre
La veglia in ricordo delle 22 vittime della strage del cavalcavia di Mestre

C’erano le autorità cittadine, le forze dell’ordine che quella terribile notte del 3 ottobre 2023 alle 19.38 a Mestre si sono resi conto subito della terribile tragedia. Ma nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù in via Aleardi mancavano, va rilevato con amarezza, i cittadini.

A due anni dall’incidente dell’autobus de “La Linea” di Mestre, pochi hanno deciso di raccogliersi in preghiera assieme all sindaco Luigi Brugnaro e al patriarca Francesco Moraglia che hanno voluto una messa di commemorazione delle vittime del bus caduto dal cavalcavia. Ventidue vite, quindici uomini e sette donne di varie nazionalità. Il patriarca Moraglia ha ricordato quella notte, quelle salme coperte da lenzuoli, illuminati dalle fotocellule, in una notte dolorosissima per la città in tutta la sua tragicità.

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La veglia con Moraglia

«Quei 22 morti vivono», ha detto durante la veglia il patriarca Moraglia sottolineando la fragilità della vita umana. «I giorni sono passeggeri come l’erba, ma attraverso la fede riusciamo a raggiungere l'eternità». E prima della celebrazione ci aveva offerto una ulteriore riflessione. «Da questa tragedia si comprende la precarietà dell’uomo. Ci si trova in situazioni, diciamo, di normalità e poi si precipita in situazioni drammatiche. Ecco, questo ci fa riflettere proprio su quello che deve essere il modo di vivere, attento al presente, cercando di dare il meglio di noi stessi, ma anche molto liberi. Molto liberi nei confronti anche dei giudizi degli altri, molto liberi nei confronti delle situazioni che si vivono. Perché come la Sacra Scrittura ci ricorda l’uomo è veramente come l'erba, come il fiore del campo al mattino fiorisce e alla sera non c'è più».

Moraglia ha proseguito ricordando la reazione della città alla tragedia del bus caduto dal cavalcavia. «Ricordiamo tutti le luci, le sirene ma soprattutto di quella sera ricordiamo i 22 lenzuoli, tra cui quelli più piccoli che coprivano i bambini. Siamo vicini alle famiglie, anche dei sopravvissuti, perché certe vicende segnano, lasciano un segno indelebile nelle storie delle famiglie e delle relazioni interpersonali. Anche la nostra città è stata provata da questa vicenda».

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Le autorità presenti

La commemorazione ha visto la partecipazione del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro che ha preferito ascoltare e pregare assieme al patriarca, evitando le dichiarazioni. Presente anche il sindaco di Vazzola, Alessandro Bait, la cittadina del Trevigiano dove abitava l’unica vittima italiana, il conducente dell’autobus Alberto Rizzotto di 40 anni. E poi il prefetto di Venezia, Darco Pellos, il questore, Gaetano Bonaccorso, il comandante provinciale dei Carabinieri di Venezia, Marco Aquilio, il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Venezia, Michele Bosco e diverse rappresentanze dei Vigili del Fuoco, della Marina Militare e altre autorità civili. In chiesa anche gli assessori alla Promozione del territorio, Paola Mar, ai Servizi al cittadino, Laura Besio, e alla Sicurezza, Elisabetta Pesce, insieme ai presidenti delle Municipalità di Mestre Carpenedo e Marghera, Raffaele Pasqualetto e Teodoro Marolo, oltre a diversi consiglieri di Municipalità, a Mario Moretti Polegato, console onorario della Romania, e a Edgardo Contato, direttore generale dell'Azienda ULSS 3 Serenissima.

In mattinata, era stata deposta anche una corona di fiori sotto il cavalcavia Rizzardi di Mestre, luogo dell’incidente. Nel pomeriggio alle 18.30 decine di cittadini hanno risposto all’appello di “Buongiorno Marghera”, portando fiori sul luogo della tragedia. Presente anche una delle superstiti all’incidente. I cittadini chiedono che in via della Pila venga realizzato u

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