Guida alla lettura delle etichette: ecco cosa c’è davvero nella ciotola dei nostri animali
È fondamentale studiare bene gli ingredienti per garantire a cani e gatti una sana alimentazione. Le regole d’oro dei veterinari: i primi ingredienti sono i più importanti. Attenzione allo splitting

Scegliere il cibo per il proprio cane o gatto può sembrare un’impresa titanica. Tra promesse di “salute radiosa” e immagini di filetti succulenti, la realtà si nasconde spesso in caratteri minuscoli sul retro della confezione. Imparare a leggere l’etichetta non è solo un esercizio di consapevolezza, ma un atto d’amore per garantire ai nostri compagni una vita lunga e sana. In ogni caso il veterinario saprà consigliare e guidare nella scelta sia del tipo di alimentazione che di cibo commerciale.
Regola d’oro: Ordine degli Ingredienti
La legge impone che gli ingredienti siano elencati in ordine decrescente di peso. Questo significa che i primi tre o quattro componenti costituiscono la maggior parte della pappa. Cosa cercare: una fonte di proteine animali chiaramente identificata (ad esempio “carne di pollo disidratata”, “salmone fresco”) come primo ingrediente.
Cosa evitare: diciture generiche come “carni e derivati” o “sottoprodotti di origine animale”. Senza specificare la specie, non possiamo sapere se stiamo dando al nostro animale scarti di bassa qualità o tagli nutrienti.
Proteine: Qualità contro Quantità
Cani e, soprattutto, gatti (carnivori stretti) hanno bisogno di proteine nobili. La carne “fresca” contiene circa il 70% di acqua. Durante la cottura per produrre le crocchette, l’acqua evapora, e quel pollo che era al primo posto potrebbe scivolare molto più in basso nella gerarchia reale dei nutrienti.
La carne disidratata o la farina di carne, invece, è già priva di acqua e fornisce una concentrazione proteica più onesta. Le proteine vegetali (come il glutine di mais o il frumento) costano meno ma sono meno digeribili e prive di alcuni amminoacidi essenziali per i carnivori.
Inganno dei Carboidrati e “Splitting”
In natura, un gatto assume meno del 5% di carboidrati, e un cane poco di più. Eppure, molti cibi commerciali ne sono saturi perché servono a “fare massa” e a compattare la crocchetta.
Attenzione allo splitting: è un trucco legale in cui un produttore divide un unico ingrediente (ad esempio il mais) in diverse varianti (farina di mais, glutine di mais, mais macinato). Singolarmente pesano meno della carne e finiscono in fondo alla lista, ma sommati rappresentano il componente principale del prodotto.
Grain free non significa carb-free: spesso i cereali vengono sostituiti da patate, piselli o legumi in quantità eccessive, che possono comunque appesantire il metabolismo.
Grassi e Additivi
I grassi sono fondamentali per l’energia e il pelo, ma devono essere di qualità. Sì ai grassi ben identificati (grasso di pollo, olio di salmone). No ai “grassi vegetali” generici o “grassi animali” (spesso oli riciclati o di dubbia provenienza).
Per quanto riguarda i conservanti, bisogna cercare prodotti conservati naturalmente con tocoferoli (vitamina E) o estratto di rosmarino. Evitare invece conservanti chimici come Bha, Bht o gallato di propile, potenzialmente tossici nel lungo periodo.
Analisi dei Componenti Analitici
Oltre agli ingredienti, bisogna guardare i valori percentuali. Ceneri grezze: rappresentano il contenuto minerale. Se superano l’8-9% nelle crocchette, indicano spesso l’uso di troppe ossa e scarti invece di polpa di carne.
Umidità: fondamentale nel cibo umido (deve essere intorno all’80%). L’animale che viene nutrito con le crocchette, dovrà compensare bevendo molto di più.
Il prezzo di un prodotto non ne decreta automaticamente la qualità. Un’alimentazione “secondo natura” predilige la semplicità: pochi ingredienti, tanta carne di qualità e una lavorazione minima. La salute del nostro animale inizia dalla nostra capacità di non farci abbagliare dal marketing.
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In collaborazione con l’ordine dei medici veterinari di Padova
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