Galles trita Francia Ora il faccia a faccia

L’Italia affronterà i dragoni all’Olimpico dopo la pausa
epa03575272 Scotland's Tim Visser (L) evades Italy's Sergio Parisse (R) to score his team's first try during the Six Nations Rugby Union match between Scotland and Italy at Murrayfield Stadium in Edinburgh, Scotland, Britain, 09 February 2013. EPA/GRAHAM STUART
epa03575272 Scotland's Tim Visser (L) evades Italy's Sergio Parisse (R) to score his team's first try during the Six Nations Rugby Union match between Scotland and Italy at Murrayfield Stadium in Edinburgh, Scotland, Britain, 09 February 2013. EPA/GRAHAM STUART

EDIMBURGO. A quattro punti l’Inghilterra a zero la Francia e in mezzo tutte le altre a 2. Al 2º turno la classifica del Sei Nazioni non scioglie il mistero di questo torneo capace di rinascere ogni febbraio e neppure segna una tendenza se non quella della solidità dell’Inghilterra. Lo stretto 6-12 fatto di calci sotto la pioggia di ieri a Dublino diventa un abisso se si pensa che gli ultimi sei punti, quelli della differenza, l’Inghilterra li ha segnati nei dieci minuti giocati in 14 per il giallo ad Haskell. E questo la dice tutta sulla durezza dello scontro in mischia, dato che meteo e pallone viscido non permettevano altro che lo spostarsi per il campo a forze di calci lunghi e up and under. Sconfitta simbolo per Irlanda ora in ansia per l’infortunio dell’apertura Sexton che fra l’altro ha perso la sfida personale con Owen Farrell in prospettiva Lions in tournée a giugno.

In coda aria di epurazione fra i bleus al secondo ko: oggi Philippe Saint’André diramerà già i convocati che dopo il turno di pausa affronteranno sabato 23 a Twickenham l’Inghilterra per la sfida cruciale. Quella inizialmente attesa come decisiva per i titolo fra chi aveva vinto bene tutti i test di novembre e chi ha perso due atti e però battuto gli All Blacks. Sotto accusa la mediana bleus (Machenaud 9 e Michalak 10 che gioca 9 nel club), materiale di cui S.André abbonda se si pensa che i vicecampioni del mondo nella finale di ottobre 2011 ci sono arrivati con la coppia Yachvili (9) e Parra (10, ma solo perché Skrela jr. si infortunò alla mano in avvio di Coppa) ed entrambi intercambiambili nei ruoli e ha pure Trinh-Duc in rosa mentre Beauxis resta fuori perché la lista gara ha un limite. I francesi non possono più vincere il torneo, ma trovarsi dopo Londra ancora a zero punti in lizza per il cucchiaio di legno basterebbe a far saltare il banco della nazione dove si gioca il campionato più ricco e importante per i talenti che i club catturano ogni anno (il prossimo è Sexton per circa un milione di euro).

Il Galles detentore del titolo con la lode del grand slam, dopo 8 gare in cui le ha prese da tutti e per la prima volta sotto la direzione del poco carismatico Rob Howley (ct ad interim perché il Galles ha prestato Gatland ai Lions) si ricorda come si vince. Ed è un botto perché a Parigi è successo 4 volte in 40 anni. Questa vittoria esterna arrivata allo scadere di una partita equilibrata e durissima, dopo il brutto ko casalingo con l’Irlanda di sette giorni prima, ridimensiona non la bellezza del successo azzurro sulla Francia (il più limpido di sempre) ma la sua portata in questa edizione. La prova del 9 a Roma fra due settimane quando il Galles scenderà all’Olimpico. Passando all’Irlanda che ieri ha perso pezzi per strada (Zebo, Sexton), va detto che non ha trovato soluzioni nei senatori con O’Driscoll immolatosi in varie occasioni e con O’ Gara senza la solita precisione del cecchino. Ora andrà a Edimburgo a confrontarsi con la rinata Scozia. Fallosa quest’ultima, sempre al limite, ma che ha battuto l’Italia nella lotta e nella voglia di vincere e di respingere gli azzurri nei punti di incontro. Una regola non scritta è saper giocare con l’arbitro che, a seconda della giornata, può essere più o meno severo in alcune situazioni di gioco. Come il gioco sporco delle mani in ruck o delle guardie attorno alle mischie alte al limite del fuorigioco. Il sudafricano Peyper, semiesordiente, al suo quinto cap ha arbitrato 4 volte la Scozia i pochi mesi (tutte vittorie). Che significa? Che gli scozzesi hanno letto i suoi difetti e hanno giocato fin dove sapevano di poterselo permettere. Sono gli azzurri (62% di possesso in entrambi i tempi) a non aver avuto la capacità di adattarsi, non diciamo di punire con una rissa le scorrettezze, ma di cambiar copione: rallentando le azioni e fissando dei paletti per il campo in continue ripartenze. Specie in una giornata dove in regia (Orquera) s’è spenta la luce. C’è poi il fattore Massimo Cuttita, l’ex capitano azzurro ora coach della mischia, che ha insegnato a «Strappare il cuore del gioco italiano, la mischia», disinnescando l’efficacia della prima linea. Domani Brunel (che ieri le tre ore di volo sul charter azzurro le ha passate a rivedere il match) diramerà i convocati. Ritorni o un turno di pausa per qualcuno?(f.z.)

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova