Addio al «guerriero» Martiradonna

CAGLIARI
Addio Mario Martiradonna: il numero 2 del Cagliari dello scudetto, a cavallo fra agli anni Sessanta e Settanta, uno dei migliori terzini d’Italia chiuso in Nazionale soltanto da Burgnich, non ce l’ha fatta. È morto a 73 anni a Cagliari, la sua seconda patria dopo Bari, la città della nascita: era rimasto in Sardegna, una volta chiuso con il calcio giocato, mettendo su un’attività commerciale, ma soprattutto rimanendo nei campi in erbetta, ma anche in terra battuta: fu uno dei primi allenatori istruttori della scuola calcio inventata dal suo compagno di squadra Gigi Riva nel campo delle Saline: «Era un giocatore determinato che in campo metteva l’anima, dava tutto con grande grinta e volontà - così lo ricorda Riva, il bomber rossoblù - era d’esempio per tutti noi e per chi non capiva che si deve lottare sempre per ottenere risultati. Molti dei suoi allievi hanno imparato che il calcio non è solo fare gol, ma anche mettersi al servizio della squadra. Magari annullando, come faceva nei tempi d’oro, il miglior attaccante avversario. E non solo. Una volta in un Cagliari-Milan il suo mister, Manlio Scopigno, gli disse: «Tu prenditi il 10», e il «dieci» era Rivera: lui, che era abituato ad occuparsi del 9 o dell’11 rimase un pò perplesso. Ma obbedì: la storia racconta che quel giorno il Golden boy non toccò palla. A Cagliari Martiradonna era arrivato nel 1962 dalla Reggiana e fece in tempo a vivere tutti gli anni della grande ascesa dei rossoblù: dalla prima storica promozione in A del 1963-’64 sino all’apoteosi del tricolore conquistato aritmeticamente proprio nella sua città, il Bari, il 12 aprile 1970 allo stadio Amsicora.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova