Antonio, è arrivato l’oro con il record mondiale Bibione, campane a festa

Giovanni Monforte / VENEZIA
«È il sogno che diventa realtà. Un sogno che ho coltivato per anni».
Medaglia d’oro e nuovo record del mondo nei 100 stile libero S6. Un immenso Antonio Fantin è stato il grande protagonista di ieri alle Paralimpiadi di Tokyo. Per la gioia della sua Bibione, che è esplosa in una festa incontenibile al momento del successo, con tanto di campane della chiesa che hanno suonato a festa. Dopo due argenti nelle staffette, Fantin ha conquistato la prima medaglia individuale di questa sua prima partecipazione alle Paralimpiadi. Ed è stata una medaglia del metallo più prezioso. Il ventenne delfino di Bibione, tesserato per le Fiamme Oro e per la Ss Lazio Nuoto, non ha tradito le attese, che lo vedevano tra i grandi favoriti dei 100 stile libero S6, di cui già deteneva il primato mondiale. Ma nella vasca dell’Acquatics Centre di Tokyo Fantin è andato oltre le aspettative, vincendo con grande autorevolezza la finale con il crono di 1’03”71. Un tempo che gli ha consentito di migliorare di ulteriori 5 centesimi il suo precedente primato, che aveva stabilito lo scorso maggio agli Europei di Funchal, in Portogallo. Con una grande seconda parte di gara, Fantin si è messo alle spalle il colombiano Crispin (1’04”82) e il brasiliano Glock (1’05”45). Peraltro Fantin era andato fortissimo già nella batteria di qualificazione del mattino (la notte italiana) dove, con il tempo di 1’04”16, aveva fissato il nuovo record paralimpico sulla distanza dei 100 stile libero S6.
Antonio a tre anni e mezzo Antonio è stato colpito da una fistola artero-venosa che gli ha causato una paralisi degli arti inferiori.
«Sono contento. C’è tanto lavoro dietro a ogni prestazione. Poterla costruire e finalizzare qui, nell’evento più importante a cui un’atleta può ambire, è la cosa più bella che ci possa essere», ha commentato Fantin, «è un sogno che ho coltivato per tanti anni e che ora si è realizzato grazie a una grandissima squadra, a partire dal mio allenatore Matteo Poli, alla mia famiglia, ai miei amici. Questa medaglia la dedico all’Antonio che ci ha sempre creduto fin da piccolo e soprattutto a mamma Sandra che, quando Antonio piccolo non voleva entrare in acqua, lo portava comunque ogni giorno in piscina».
Ma la lista dei ringraziamenti è lunga. «Questa medaglia non è solo mia, ma di tutte le persone che dietro le quinte lavorano per permettere a me, come a tutti i ragazzi della Nazionale, di andare al massimo», ha proseguito Fantin, «è un grande lavoro di squadra, che parte dal mio allenatore, tutto lo staff tecnico della Nazionale, il mio fisioterapista, le persone della piscina di Lignano, che sono con me negli allenamenti fin da quando ero piccolo». E poi ci sono i tifosi. Bibione è impazzita di gioia per il trionfo di Fantin.
Ieri le campane della chiesa hanno suonato a festa. Don Andrea, il parroco a cui Antonio è legatissimo, ha tifato da Milano, dove da alcuni mesi svolge il sacerdozio. In città le vetrine dei negozi, come le reception degli alberghi o le sale degli uffici sono tappezzate di manifesti con la scritta “Forza Antonio”. «È un grande orgoglio essere bibionese. Una grande città, perché è fatta da grandi persone», ha concluso Fantin, «Bibione è sempre con me. Lo è sempre stata fin da quando ero piccolo, nei momenti più difficili e nei momenti di gioia. È un grande orgoglio essere bibionese, veneto e anche italiano».
Neppure il tempo di stappare il prosecco, a Bibione sono tutti già pronti a fare di nuovo il tifo. Oggi Fantin gareggia nei 400 stile libero S6, disciplina in cui ha trionfato nel 2017 in Messico e nel 2019 a Londra. Sognare ancora si può. —
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