Arrivano i nostri e ora Matelica sogna

Luca Tiozzo, allenatore chioggiotto (ex Mestre e Abano), guida la capolista del girone F con sette giocatori veneti
Matelica-Jesina -Luca Peschiero Tiozzo allenatore del Matelica-
Matelica-Jesina -Luca Peschiero Tiozzo allenatore del Matelica-
PADOVA. La mano dell’allenatore si vede nel gioco spumeggiante di questo Matelica, il suo vocione rimbomba negli allenamenti e anche alla domenica allo stadio. Luca Tiozzo - ex Mestre e Abano - è l’artefice principale di questo piccolo capolavoro, per ora ancora alla fase iniziale, ma che ha tutte le premesse per diventare un sogno realizzato. E poi, sangue veneto in tutta la squadra.


Tiozzo, come ha scelto questa avventura?


«Ho visto qui la possibilità di continuare un lavoro che avevo iniziato ad Abano. Più che una avventura questa è una esperienza importante, fatta con criterio e garanzie tecniche in una società seria con un grande presidente. Avevo varie possibilità, la scorsa estate, anche più allettanti sul piano economico, ma questa è quella che mi ha convinto di più».


E poi, largo ai veneti. I pochi marchigiani del gruppo hanno imparato il nostro dialetto. Ostrega...


«Abbiamo scelto ragazzi dei quali conoscevamo la serietà, senza badare alla regione di provenienza. Si sono amalgamati bene. Sì, a volte si parla in veneto, so anche che qualcuno mi fa l’imitazione in “ciosoto”, ma di sicuro tutti capiscono cosa voglio, parliamo il linguaggio di un buon calcio»,


Come si vive a Matelica?


«Bene. Posto tranquillo, la gente mi saluta, mi vuole bene, mi chiede di vincere con la squadra. Abito con la mia compagna Martina, siamo in dolce attesa, se sarà una bambina nascerà qui è abbiamo l’idea di chiamarla Vittoria...».


Avete vissuto il terremoto?


«Qualche scossa di assestamento. Siamo all’interno, vicini all’Umbria. Tempo fa ho visitato Camerino e là veramente mi si è stretto il cuore, quasi una città fantasma. Abbiamo partecipato a qualche iniziativa di solidarietà, nel nostro piccolo ogni mese la squadra dà un contributo aquesti nostri vicini più sfortunati».


Parliamo del presidente.


«Grande uomo di sport. Il calcio prima di tutto, è bello vederlo felice per il gioco della squadra. Ma ama tutti gli sport, sarebbe pronto a sponsorizzare anche le bocce».


A proposito di gioco...


«Ho iniziato col classico 4-4-2, ora sfruttiamo anche il 4-2-3-1 ma è banale fermarsi a questi numeri. Conta l’idea, il far viaggiare la palla - che a differenza dei giocatori non suda - ma farla viaggiare con criterio, non lanciarla in avanti a casaccio... I ragazzi mi seguono, ora si va ad aggredire appena persa la palla, si cerca possesso e profondità, il secondo gol domenica scorsa a Francavilla è nato da una azione che inorgoglisce un allenatore».


State vivendo un sogno...


«Siamo concreti. Sappiamo che dovremo lottare con Vastese e Vis Pesaro fino alla fine. Intanto vediamo lo stadio pieno, tanti bambini con i genitori, anche questo è un successo».


Anche i veneti del gruppo sono convinti di aver scelto bene. Matelica non è Las Vegas e neanche Jesolo. «Si sta tranquilli» conferma Davide D’Appolonia, che dopo la maglia del Venezia ha vestito quelle di Forlì e Campodarsego «ci si concentra su quello che il mister ci chiede. Io mi trovo benissimo, i miei compagni anche, è un bel campionato. Rivincita per qualcuno? Non direi, partecipiamo tutti ad un’impresa che può diventare fantastica».


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